Generalmente gli interventi che trovate su questo spazio sono sempre dettati da un aspetto comune: certezza delle fonti, dei dati e dei testi. Certo l’IMU è un argomento “caldissimo”, come, e a maggior ragione le dismissioni del patrimonio immobiliare pubblico previsto dal Decreto Sviluppo. Tuttavia, entrambi questi argomenti sono ancora molto aleatori, vuoi perché i veri conti sull’IMU li potremmo fare dopo la seconda rata di fine anno; vuoi per l’incertezza normativa, nel caso del Decreto Sviluppo. Su questo secondo argomento rimando all’articolo di Antonio Vanuzzo, su uno dei rischi presunti – e speriamo non probabili – su questo fronte.
In parole povere: inutile parlare e ricamare su di un argomento, quando le basi di partenza, di discussione, sono ancora molto lacunose.
Voglio invece portare all’attenzione il rapporto redatto da Eurostat, con base dati riferiti al 2010, relativamente alla diffusione degli impianti per lo sfruttamento delle fonti energetiche rinnovabili: il contributo delle rinnovabili ha toccato quota 12,4% nel consumo di energia registrato nell’Unione Europea, con i dati in crescita rispetto a quanto registrato nel 2009 (11,7%) e nel 2008 (10,5%).
La più alta quota di energia rinnovabile nel totale dei consumi energetici si è registrata in Svezia (47,9%), Lettonia (32,6%), Finlandia (32,2%), Austria (30,1%) e Portogallo (24,6%). Tra il 2006 e il 2010, tutti e 27 gli Stati membri dell’Unione Europa hanno aumentato la loro percentuale di energia rinnovabile nei consumi totali. In particolare, gli incrementi più consistenti sono stati registrati in Estonia (dal 16,1% al al 24,3%), Romania (dal 17,1% al 23,4%), Danimarca (dal 16,5% al 22,2%), Svezia (dal 42,7% al 47,9%) e Spagna (dal 9 % al 13,8%).
L’Italia, che ha come obiettivo per il 2020, una quota del 17%, ha visto quasi raddoppiare in quattro anni il peso delle energie alternative, dal 5,8% al 10,1%, e ciò pone il nostro Paese sulla buona strada per centrare l’obiettivo europeo, nonostante lo Stato cerchi (ahimè come sempre) di complicare la vita, e nonostante – anche se dovremmo essere in dirittura d’arrivo – il Quinto Conto energia sia ancora in alto mare.
Difatti, come è possibile vedere sulla home page del sito del Gse, il Quarto Conto Energia sta per andare in pensione, con il raggiungimento dei 6 miliardi di incentivi previsti. Il nuovo Conto Energia, il Quinto, potrebbe partire il prossimo 1° settembre e l’unica cosa certa è che gli incentivi al fotovoltaico saranno meno generosi. Allo stesso tempo dovranno poi partire i meccanismi incentivanti relativi a biomasse, al solare termico e al geotermico. Il condizionale è ancora d’obbligo, in quanto, ad oggi, i testi dei decreti che andranno a regolare gli incentivi per il fotovoltaico e per le altre rinnovabili non fotovoltaiche sono nelle mani del Governo e si attende nelle prossime ore il varo definitivo (dopo un’attesa di quattro mesi).
Essendo quindi ancora tutto in via di definizione, e riprendendo la parte iniziale dell’articolo, non mi, e ci resta, che aspettare fonti, dati e testo certi.