Schiaffo del ministro Fornero ai tantissimi giornalisti precari che vivono sotto il giogo dello sfruttamento. Non ha voluto sentire ragioni, Elsa Fornero che ha espresso il giudizio negativo dell’esecutivo in Senato alla legge sull’equo compenso. Anzi, con una azione che non ha precedenti nella storia repubblicana, la titolare del dicastero del lavoro ha detto no a un disegno di legge che era passato già alla Camera in maniera unanime e col parere favorevole dello stesso governo Monti. “Il ministro non ha la percezione della realtà – ha detto il coordinatore del gruppo di lavoro sul precariato dell’Ordine nazionale dei giornalisti, Fabrizio Morviducci – dire no al disegno di legge sull’equo compenso significa certificare nei fatti la schiavitù di tanti colleghi giovani e meno giovani pagati a cottimo pochi euro lordi, e andare contro il senso dell’articolo 36 della costituzione.Chiediamo ai Senatori di non soggiacere a questo affronto, e procedere con l’approvazione del ddl, secondo quelle che sono le prerogative del parlamento” Il no deciso al comportamento del ministro, e l’appello ai senatori, è emerso questa mattina nel corso di una riunione straordinaria del gruppo di lavoro sul precariato, alla quale hanno preso parte il presidente nazionale dell’Ordine, Enzo Iacopino, il presidente della Fnsi, Roberto Natale e i coordinatori dei gruppi di base che rappresentano i giornalisti precari: Nicola Chiarini (Veneto), Francesca Santolini (Lombardia), Allegra Salvadori (Toscana), Ciro Pellegrino (Campania), Moira di Mario (Lazio), Maurizio Bekar (Friuli Venezia Giulia), Antonella Cardone (Emilia Romagna) e, per Errori di stampa, Luciana Cimino. L’auspicio è che i Senatori non ignorino gli autorevoli appelli del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e del presidente del Senato Renato Schifani, e procedano alla rapida approvazione del ddl.
Oggi, ore 16,20, il presidente della Camera, Gianfranco Fini: “”Alcuni compensi di giornalisti pagati a pezzo contrastano con il minimo di giustizia sociale che dovrebbe esserci. Auspico che ne siano consapevoli anche gli editori “.
Prima di lui Renato Schifani: “Non sarò il presidente che mette nei cassetti del Senato la legge sull’equo compenso”.
Subito dopo il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano: “Auspico che si proceda ad un esame molto rapido del provvedimento sull’equo compenso. Lo farò presente al presidente del Senato. So che c’è un ampio consenso tra le forze politiche. Qualche volta accade”.
Le prime tre cariche dello Stato chiedono l’approvazione della legge sull’equo compenso.
La sola a non coglierne le ragioni morali è Elsa Fornero. Chi indovina perché vince tre euro. Lordi. Tanto quanto molti editori pagano un articolo. (Enzo Iacopino cit.)