Viola nuota. Nuota in mare aperto, con le onde di una meravigliosa libecciata, la maschera ed il boccaglio. A volte i braccioli. Ha imparato a respirare in quel tubo di gomma dove non è proprio automatico chiudere il naso ed aprire la bocca. Bene, lo fa. E non senza poco entusiasmo. Regge pochi secondi, poi la gioia e l’istintiva ed immediata necessità di comunicarla, prevalgono: “Mamma! un pesce!”. Ultimamente è affascinata dai “subacqueri” che proprio le piacciono tantissimo. Con le pinne, il fucile e la maschera. E rigorosamente le boe che lei vorrebbe prendere e portare via. Allora le spiego che non si può, altrimenti il povero subacquero viene trinciato da una di quelle orribili barche-motoscafo che passano rasente la costa alla velocità della luce. L’ingresso al mare non è proprio dei più semplici: ti arrimpichi sugli scogli, studi il movimento del mare, e quando non ci sono onde che ti travolgono rischiando di sbatterti su altri scogli, lanci prima Viola e poi te stesso. Nessun preliminare. Nessuna acqua sulla pancia, polsi e caviglie. Dirette con tuffo lungo e piatto, a volte scrostandoti la pancia, e via. Io sono un unico grande livido. E lei che ci prova, nuotando stile cane, a volte stile rana (morta) col suo sorriso, felice come se avesse conquistato la vetta dell’Himalaya. Poi più in la, in mezzo al mare, c’è uno scoglio. Lontano. Ma veramente lontano. Di solito è la nuotata serale mia e di Ponzi e lei, che ve lo dico a fà, ci vuole andare. E non attaccata alla mia schiena mentre io nuoto. No. Lei vuole arrivarci nuotando da sola. Ma come si fa Viola, si arriva che c’è il tramonto. E poi ci sono le onde. Ma no, lei vuole andarci a tutti i costi a rana. E allora si parte. Ma a metà strada basta, non ce la faccio più io ad aspettarla. Invento una scusa e si torna indietro. Suo padre, ben più paziente, invece ce la fa. Diciamo che ha una cassa toracica il doppio della nostra. E se guardo Vaiola, mi sa tanto che ha preso tutto da lui. C’ha due spalle pare una lottatrice di wrestling. L’estate dei subacqueri l’affascina e quando è arrabbiata con me adesso non è più un “mamma io ti uccido”, piuttosto “mamma io t’affogo”. Sta al passo con i cambiamenti la ragazza e si adatta vedo. Il marito part -time, è, per qualche giorno, full time. E’ arrivato qui al mare a trovarci. Per ben 5 giorni. E siccome siamo tutti insieme appassionatamente, i suoi, mia mamma, sua nonna, i suoi fratelli e chi più ne ha, più ne metta, ho deciso: oggi lo prendo e me lo porto via. A San Gimignano romanticamente lui ed io. Non crediate che sia tutto qua. Domani mattina alle 11 appuntamento col prete giamaicano inglese. Sì perché non può esser sempre tutto bello e tutta libertà. Per me la libertà è svegliarmi e di soppiatto fuggire al breakfast collettivo per venire qua, da voi, con un caffé. Ma insomma, non lamentiamoci che qui al mare mi aiutano con la peste di figliola che mi ritrovo. Ma il battesimo non è bastato? M’hanno persino chiesto se rinunciavo a Satana. Che no? Eh si che ci rinuncio. Come se poi fosse una rinuncia. In realtà mi confondo perché prima del battesimo mi ero messa d’accordo col prete. Fui chiara e sintetica: “Tutto bene, ma su una cosa dobbiamo esser d’accordo Don Rosselli: non voglio sentire nessun rinunci a satana o simili, perché qua si rasenta il ridicolo ecco”. E così fu. Il battesimo più veloce della storia. Niente satana. Vade retro satana. Siamo pazzi siamo. Senza offendere nessuno eh sia chiaro. Quindi oggi si parte, per andare da Father Howard a scorrazzarmelo a giro tra Siena e Firenze per 48 ore. E mio marito giustamente che fa? Riparte. Mica vorrai lasciarmi da sola a dormire nella stessa casa col prete giamaicano vero??? So che lo colgo nel vivo, e in men che non si dica, m’organizza una casa con i suoceri che amabilmente intratterranno il parroco di Londra. Tutto per cercare di far entrare Viola nella sua scuola, la migliore scuola pubblica del quartiere…Perché fare Firenze con 50° è davvero un sacrificio. E che gli faccio vedere? Intanto gli chiedo se mi ribattezza Viola così vediamo se tutti questi parricidi spariscono dalle sue fantasie. Lei, la nostra Nilla Pizzi, la lasceremo qua al mare per evitare le solite figuracce almeno davanti al prete: scuregge, scaccolamenti vari, esclamazioni da punire con 1000 rosari.
Perché quel posto a scuola, a Londra, è mio.
questa è la spiaggetta pubblica, valida alternativa per un miglior accesso al mare
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