Argentina agrodolce10 ragioni per amare e tornare a Buenos Aires

Rientrare a Buenos Aires in Agosto, lasciando la calda estate italiana (e tutto il resto), è sempre una tortura: la luce e i colori dell’estate hanno sempre la meglio sulle bige e fredde giornate i...

Rientrare a Buenos Aires in Agosto, lasciando la calda estate italiana (e tutto il resto), è sempre una tortura: la luce e i colori dell’estate hanno sempre la meglio sulle bige e fredde giornate invernali, che ora in questo emisfero si manifestano con tutta la loro uggia, in particolare quest’anno, il più piovoso registrato nella storia argentina.

Avvolta da una fitta nebbia, che certo non la solleva dalla sua cronica malinconia, e dall’oscuro clima politico che oggi la pregiudica sotto molti aspetti, Buenos Aires mi ha un’altra volta accolta con quel “fervor”, così ben descritto dal suo devoto Borges.
Pochi giorni fa, mentre l’inevitabile volo Alitalia 680 atterrava cieco nel cielo nebbioso (questa volta ho quasi applaudito anch’io), riflettevo sulle ragioni che mi riportano ogni volta qui. La tensioni politiche, sociali ed economiche, certo non aiutano a guardare positivamente la realtà argentina, ma nonostante ciò Buenos Aires conserva sempre un magnetismo tutto speciale.

1-In primis, a Buenos Aires ci si sente a casa: i prodromi dell’immigrazione italiana, l’aspetto europeo di certi suoi scorci, il suo cosmopolitismo, il calore della gente, rendono la città accogliente e familiare. Borges diceva che essere stranieri è un lusso, e quest’affermazione ben si addice a un italiano a Buenos Aires. Ogni giorno, sul taxi, al ristorante, allo sportello dell’ufficio postale, ovunque, è facile ricevere un sorriso complice da chi rivendica orgogliosamente radici, vicine o lontane, nel nostro paese. A volte basta questo per non sentirsi soli. Purtroppo, a contrastare la dolcezza di questi sentimenti, l’insicurezza, a tutti i livelli, inasprisce la quotidianità e ci si sente più lontani e soli che mai. Per fortuna a Buenos Aires splende spesso il sole, e in qualche modo le soluzioni, per precarie che siano, trovano sempre la luce.
2- Per questo, direi che la vera ragione per amare Buenos Aires è certamente il clima, escluso quello politico, ovviamente. I cieli azzurri, le lunghe giornate di sole, la luce ardente che accende i mille colori della sua generosa natura, il verde dei grandi parchi cittadini, sono un vero toccasana per l’umore. Ombues secolari, palos borrachos, palme, acacie, jazmines profumatissimi, e in Novembre il viola delle jacarande in fiore, ovattano la città in una sorta di dolce magia, allontanandola dalle amare contraddizioni latenti.
3- Parchi, piazze e spazi verdi, sono una valida ragione per amare Buenos Aires, e un polmone vitale per chi ci vive, non solo per l’incanto delle loro piante rigogliose e della loro architettura. Per gli sportivi sono delle vere proprie palestre all’aria aperta, per famiglie e bambini una vera benedizione. Piste ciclabili, zone riservate ai più piccoli, attività sportive e ludiche per tutte le età, fanno dei parchi portegni un vero fulcro attivo e allegro della città.
4- Ma il grande protagonista del magnetismo di Buenos Aires rimane il Río de la Plata, quell’immensa distesa d’acqua che costeggia silenziosa la città, separandola dal vicino e pacifico Uruguay, meta aspirata da chi dall’Argentina vorrebbe oggi scappare. Ma, fuga a parte, il fiume regala molto di più: percorrere le sue sponde nella cittadina Riserva Ecolgica, navigare nei labirintici canali del delta del Tigre, cenare d’estate nei doks illuminati di Puerto Madero, e attraversare a piedi il ponte “de la mujer”, uno dei più suggestivi al mondo, sono esperienze che rimangono nel cuore a vita.
5- Il patrimonio culturale e architettonico, fanno di Buenos Aires una delle più belle capitali del mondo. La grandiosità delle sue ampie e alberate “avenidas”, la sontuosità dei palazzi storici come quelli dell’Avenida de Mayo, il Palacio Paz, il Palacio Barolo, il Cabildo, il Correo Central, il palazzo del governo, la Casa Rosada, l’eleganza degli edifici della Recoleta, del Barrio Norte, di Palermo, ne rimembrano un antico prestigio. Oggi Buenos Aires non è più solo il trampolino verso la Pampa, ma si rinnova con un’energia tutta sua. È nei meno signorili e più tradizionali “barrios” di San Telmo, famoso per i suoi antiquari, nelle colorate case della nostrana Boca, tra le boutique all’avanguardia di Palermo Viejo e Palermo Hollywood, nelle gallerie d’arte Villa Crespo, nei laboratori di Almagro e Barracas, che si sente vibrare la città. Il fervore portegno resiste ad ogni crisi, contenuto nelle spesse mura delle vecchie case coloniali o nelle lunghe e strette case chorizo abilmente ristrutturate. Purtroppo, una precaria (forse assente) pianificazione urbanistica, in molti quartieri ha già visto scomparire molte di queste case, rimpiazzate tristemente da alti edifici moderni, poco armoniosi.
6- È in questi quartieri che, al ritmo delle instancabili cicale e delle nostalgiche melodie del tango, si muovono le lunghe notti portegne. Il tango si balla, si legge, si respira, e la sua dolce-amara malinconia si vive quotidianamente. Dichiarato dall’UNESCO patrimonio dell’umanità, il tango è una forma di vivere Buenos Aires, e un motivo in più per amarla. Il festival mondiale del tango, che si è concluso ieri, ha nuovamente attratto un turismo internazionale di appassionati e ha animato la città con competizioni ed eventi culturali di grandissimo livello.
7- Del resto, la ricca offerta culturale portegna, ha molto da insegnare. Innanzitutto perché è accessibile a tutti. Musica, danza, e teatro di altissima qualità intrattengono un appassionato popolo di spettatori, con prezzi assolutamente ragionevoli. Così i vivaci teatri dell’Avenida Corrientes, rimangono illuminati, sette giorni su sette, con spettacoli per tutti i gusti. Corsi e seminari gratuiti aprono le porte dei centri culturali delle più eccentriche comunità. Jazz, tango, rock e locali con musica dal vivo suonano fino a notte fonda. Ma anche la musica classica è sempre benvenuta. Ieri sera al teatro Colón, Riccardo Muti ha trionfato con la prima rappresentazione dei due Figaro davanti a 2500 spettatori, mentre nel nuovo centro culturale Usina de las Artes de La Boca, Zubin Metha, la settimana scorsa, ha sublimato la città con le note di un’esibizione eccezionale, e soprattutto, gratuita.
8- L’arte contemporanea è un altro elemento vibrante della città: musei come il Malba, la Fundación Proa, il nuovo Macba (Museo de arte contemporaneo) che s’inaugurerà questo Sabato, sommano le loro proposte didattiche e artistiche a quelle delle pullulanti gallerie disseminate per la città. Ogni mese la produttiva creatività argentina è riscattata durante l’evento Gallery Nights, un percorso cittadino notturno, diviso per zone, che porta da una galleria all’altra, alla scoperta di nuove opere e artisti emergenti, che poi si ritroveranno nella celebre fiera Arte BA, evento chiave per gli appassionati d’arte contemporanea.
9- Delle librerie portegne ho già parlato (http://www.linkiesta.it/blogs/argentina-agrodolce/i-libri-e-gli-argentini), e rimangono per me, una ragione, quasi sacra, per amare questa città. Borges diceva che la lettura dev’essere una forma di felicità, quindi consigliava di leggere molto, di continuare a cercare nella lettura una felicità personale, un piacere personale. Buenos Aires è il posto giusto per farlo. Tra lunghe attese e imprevisti frequenti il libro è sempre un buon compagno e la migliore delle consolazioni. La scelta, tra i numerosi e talentosi scrittori argentini, è di per sé un intrattenimento non indifferente.
10- Lo sport. A Buenos Aires lo sport si respira a fior di pelle, e a tutte le ore del giorno, per le strade, nei parchi, nella miriade di club di tennis, di rugby, di hockey, di golf, di paddle. Il mio respiro però si ferma a Palermo, in quel tratto dell’Avenida Libertador che separa l’ippodromo dall’Associazione argentina di polo. Qui ogni anno, tra Novembre e Dicembre, nei due verdissimi campi da polo immersi tra i grigi edifici della città, si disputa il campionato Abierto Argentino de Polo, il più competitivo del mondo, mentre, dall’altra parte della strada, galoppano i purosangue più belli del paese.

Per ora voglio limitarmi a queste dieci semplici e immediate ragioni. Il bello di Buenos Aires è che non si finisce mai di scoprirla, capirla, amarla e odiarla allo stesso tempo. È un agrodolce che alla fine piace, e molto…

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