Strade ordinate, pulite, vuote. Asfalto impeccabile, liscio come il pavimento di una balera. Case appena ridipinte, inconfondibilmente colorate. Pratini geometrici con tanto di aiuole multiformi e fiori delle specie più rare. Sono al Nord.
Sono venuta a trovare mio padre e sua moglie quassù, in questo angolo semi elvetico, dove sono tutti piloti, assistenti di volo, mezzi tedeschi o mezzi francesi. L’altra metà, per fortuna, è Italiana. E stranamente questo binomio di nazionalità così diverse, trova pace solo nel settentrione. Qui tutto funziona. Sarà la provincia, sarà il colore verde, fatto sta che il sole splende, il taglia erbe va e le macchine sono tutte lavate e profumate.
Stamani, a 3 giorni dal mio arrivo, ho deciso di avventurarmi da sola fuori dal recinto. A piedi ce l’ho fatta. In macchina mi sono persa alla terza rotonda. Se vuoi conoscere i luoghi, devi conoscere le persone, mi son detta. Ma ad Agosto, in provincia, di per sé già deserta, ho trovato poco o nulla. Solo un simbolico bancomat. Simbolico poiché diverso da quelli più meridionali. In cima ad un cucuzzo, a destra il nulla, a sinistra il niente, ecco il mio sportello automatico. Infilo la carta, digito il mio codice, qualche messaggio promozionale e poi la domanda: prelievo? Si, prelievo, grazie. E qui la sorpresa. Almeno per me, beata ignorante: l’offerta del prelievo, e cioé l’ammontare da prelevare, non appariva sullo schermo, come generalmente avviene nei bancomat, li, giù da noi, nel middle south, dai tagli piccoli in su. Mi spiego, se la memoria non m’inganna, generalmente in alto a sinistra il primo importo disponibile offerto dalla cassa continua, è un pezzo da € 50. Poi € 100, € 150, € 200, € 250. Abituata a premere in alto a sinistra €50, ho richiesto invece, involontariamente, € 250. Si, qui il bancomat è ricco. Oppure è diventato furbo. Fatto sta che i pezzi grossi sono i primi in lista. Beati gli ultimi che arriveranno primi. Mi piaceva di più il mio bancomat meridionale che offrendomi il taglio da €500 infondo infondo a destra, mi faceva sperare che un giorno sarebbe arrivato da me, al mio prelievo, prima di tutti gli altri. Mai fatto un prelievo così grande in vita mia. E aggiungo forse mai lo farò. Ma qua, qua al Nord, è robuccia da tutti i giorni. Quel bancomat nella sua casetta tutta rossa, su quella montagnola a dominare il paesino, lui deve averne visti tanti di pezzi grossi.
La macchina più comune è la jeep perché siamo in mezzo alla campagna. Le case sono rosse, gialle ma anche azzurre e verdi. La gente lavora, seriamente, tanto ed in modo instancabile. Nei loro occhi osservi il diverso. Impalpabile e sordo, eppure rumorosamente presente. Ovunque tu sia, c’è qualcuno che fa qualcosa e la fa bene, con dignità, spirito d’iniziativa, buona volontà, dedizione e poche domande. Così è se vi pare. Bisogna lavorare. Dio se bisogna lavorare.