Non so come si possa stare separati. Io, senza te, non so stare. Io, devo averti. Io, devo poterti scrivere tutti i giorni, e poi devo poterti leggere e rileggere. Cancellare. Riscrivere. Siamo fatti per stare insieme. E per fare grandi cose. Insieme. Io e Linkiesta.
Ecco, dopo aver dedicato queste parole d’amore a Linkiesta, forse mi scuserete per non aver mantenuto la mia promessa in cui dichiaravo un sano assenteismo dal giornale per ben 7 giorni. Non ce la faccio. IO. DEVO. SCRIVERE. Tu eres el componente. Quindi, attacco.
No, non sono stata pagata dall’ente nazionale del turismo Croato. No, nessuno sponsor mi ha contattata per venire meno al mio voto sul “no-smartphone-in-vacanza”, post per altro, che mi ha fatto guadagnare la prima pagina de Linkiesta. Tutto ciò che leggerete è farina del mio sacco. Ogni riferimento a persone, fatti o avvenimenti, è puramente casuale. Prendiamo, ad esempio, mio marito. Tappa obbligatoria prima della partenza: decathlon, il mega store dello sportivo. Fico, aggiungo io. Dove LUI si è comprato un paio di scarpe da trekking nonostante la mia insistenza ad acquistare delle orribili flip flop, un tempo chiamate “ciantelle”, vista la meta marina delle nostre vacanze. Ma vada per le trekking. Fatto sta che si è sbagliato e fin qui, niente di male. Il problema è che se ne è accorto. Una scarpa del 45 e l’altra del 46. Apriti cielo. Io che mi compro le scarpe anche del 40 pur di averle (ho il 38) non faccio una piega. Lui invece è una piaga. Non se ne fa una ragione. Ieri sera l’ho portato a un rave proprio qui a Split. LUI, per amore e solo per amore, ha comprato i biglietti, è venuto, ha ballato, offerto da bere. Magari non sorrideva ecco. Però c’era. Ci sono donne che chiedono gioielli. Altre che chiedono scarpe. Io ho chiesto il rave. Suonava David Morales, deejay dei miei anni d’oro londinesi. Alle 2, alticci, barcollanti, frastornati dalle vibrazioni di una musica che ti entra sin dentro le budella, LUI avvertiva le prime galle al piede della scarpa 46, che ve lo dico a fa’. Mentre io mi perdevo dentro quei bicipiti e tricipiti, addominali e deltoidi, qualità locale diffusa e molto apprezzata. C’è da dire che il popolo dalmata è cortese, gentile, sorridente. E oltre al sesso maschile, esiste il gentil sesso. Anche loro, le donne, bellissime. Pure gli ausiliari del traffico hanno lo stacco di coscia intorno al metro e mezzo e, certamente, la minigonna. Pronto? Renzi? Il cittadino odia l’ausiliare del traffico? Facciamoli belli questi ausiliari del traffico. Facciamoci sponsorizzare delle belle divise dalla Diesel. Io, ad esempio, prenderei una multa al giorno solo per vedere quel bicipite in azione mentre annota l’infrazione. Slogan pubblicitario. Piccolo – Spazio – Pubblicità.
Dunque, una notte a Spalato. Ricordate quell’orribile pubblicità “Turista fai da te?”. Ecco. Dove sei Alpitour? Abbiamo bisogno di te. Qui vige l’entropia. Che se associata ai fiumi d’alcol, dilaga che è una meraviglia. Siamo arrivati senza programmi, per fare quelli liberi e bbelli. Fa figo. Finire a dormire in un palazzo socialista fermo agli anni ’60, un po’ meno. Come sempre, puntiamo tutto sull’indomani. Che col cerchio alla testa per la serata David Morales non-c’ho-più-vent’anni-cazzo, ce ne mette a partire. Palazzo Diocleziano, tempio di Giove, Cattedrale, campanile, battistero. Poi il dado è tratto. Decido io: piuttosto, viaggio altre 5 ore in traghetto (lento) pur di approdare in qualche isola NON consigliata da quella cavolo di guida Lonely Planet che ha reso le mie vacanze un inferno. Molto poco lonely. Bella eh, per carità, ma, come dire, diffusa. E così scelgo l’isola più lontana che c’è, praticamente ci arrivavo in canotto dall’Italia e facevo prima. Tant’è che è così lontana che, mi dico, non ci sarà NESSUNO l’11 di Agosto. Scrivo a un tizio, tale Caddy, che ci viene a prendere e ci porta a casa sua, dove staremo per due giorni. Quindi, per questo, vi rimando a domani. Però una cosa ve la devo dire. L’Italia ha vinto contro la Serbia. E va in finale. Contro la Croazia. Ecco. L’ho scritto. Ah. E poi. Mio marito. Si qualcosa ve la devo scrivere su questa vacanza a due sine FILIS (attimo di raccoglimento in memoria di Federica). Ecco insomma, io che gli dico, a LUI: “Ma che bello, siamo tu ed io in vacanza insieme da soli!”. E LUI che mi risponde: “Certo potevamo anche andare a Trento coi nostri amici”. E io:” Allora facciamoci degli amici e continuiamo con loro!”. Ma LUI:” Per carità! Voglio stare da solo tra me e me.” Ahhhhhh, ecco! Mi sembrava! Si, esisto poco per LUI in queste vacanze, l’ho abituato male, sono sempre troppo indipendente e adesso non mi caca!incredibile ma vero. Non si è mai visto. Solo pacche sul culo e pedalare. Ah beh e poi il suo saper ridere a tutto quello che dico. Almeno lo diverto. Infatti, LUI, ripete le mie citazioni, quelle che preferisce e che fanno di me una donna senza eguali, intelligente e profonda. Come quando, visitando il sottosuolo del Palazzo Diocleziano, mi viene la malaugurata esclamazione: ” Fico qui farci un rave”. E così mi giocai la reputazione per TUTTA la vacanza. Che palle però eh. Quando sei nel mirino, uscirne è impossibile! Peace and love. La parte più bella del viaggio, è il viaggio. Possibilmente con mezzo pubblico. Magari anche un po’ sporco e puzzolente.
Ps: le flip flop poi se le è comprate