Talvolta le scoperte più affascinanti e inaspettate nascono quasi per caso, senza programmi, pianificazioni, scelte ponderate e calcoli prestabiliti. Lasciandosi catturare dallo spirito delle città, dalle essenze dei luoghi, dai mille angoli che d’improvviso celano tesori e zone che mai ci si sarebbe aspettati di trovare. La magia di Londra è anche questa.
Uno Starbucks trasmette un senso di sicurezza, un lido sicuro, conosciuto ma al contempo un luogo privo di sorprese, di piacevoli scoperte. Un luogo che toglie il piacere di sapori diversi, del bigliettino da visita preso, quasi con timore, e inserito nel portafoglio insieme a tante piccole altre tracce che costituiscono un mosaico personale.
Non è paragonabile l’asettico arredamento, globalizzato, minimale, freddo, talvolta inospitale, al bakery coffee aperto da qualche giovane in cerca di un’opportunità nel centro della città; dove ogni minuzia richiama al gusto del proprietario, dove si cerca di creare un’atmosfera familiare fatta di soffici torte al cioccolato e di fumanti tè con servizi in porcellana.
Come non accompagnare questa romantica visione alla lettura di un libro? È una strana passione la bibliofilia. Difficile un non lettore, o una persona che si avvicina sporadicamente ai libri possa capire di cosa si tratta. Quella sensazione forte, quasi incontenibile, che ci spinge ad avere sempre con noi un libro, a dedicare ogni scampolo di tempo alla lettura, a collezionare libri su libri, a trascorrere ore e ore in librerie, ad amare e agognare prime edizioni come tesori inestimabili. A volte i non lettori la scambiano quasi per una malattia, scherzosamente, non sapendo dell’esistenza della bibliomania e della sindrome di Gutenberg.
Così nascono le scoperte di luoghi unici. Dall’amore per lo stile, per tutto ciò che è elegante, raffinato. Da un’edizione rilegata in pelle a un abito sartoriale su misura ricamato con la stessa cura che richiede un’edizione fatta a mano.
Mi soffermo ad osservare la vetrina di un negozio di abbigliamento Lipman & Sons “formal and classic men wears”, abiti di gala, da cerimonia, frac, cilindri, degni della più alta scuola di sartoria inglese.
Così sono attratto da alcuni espositori in legno pieni di libri che affollano una strada laterale a poche centinaia di metri di Trafalgar Square: Cecil Court.
Mi lascio catturare dal piacere dei libri. I miei occhi corrono avidi sui dorsi di antiche edizioni, libri rari, ma anche stampe, oggetti da collezione, prime edizioni.
Librerie specializzate – come la Motor Bookshop – si alternano a rivendite che vendono prime edizioni, in un mosaico libridinoso sapientemente organizzato in decine di anni di storia.
Sì perchè l’origine di Cecil Court si perde durante l’età vittoriana e la sua notorietà è addirittura antecedente.
Nonostante nel 1764 Mozart, durante il suo soggiorno europeo vi alloggiò, appena qualche anno prima la strada era nota come un luogo frequentato da ubriaconi, perditempo e attaccabrighe anche a causa della presenza di un pub molto in voga.
Qualche secolo dopo la redenzione, l’apertura delle prime librerie fino allo sviluppo odierno con ventisette librerie indipendenti. Un luogo magico per ogni amante dei libri, quasi utopico per un bibliofilo. La domanda, nel cuore del lettore italiano, sorge spontanea: perchè nel nostro paese non esiste un luogo del genere? Una consolazione poteva essere la presenza dell’Italian bookshop, peccato solo di recente si sia trasferita in un’altra sede.
Francesco Giubilei
@francescogiub
Cecil Court is a unique place for book lovers. Located in the very heart of London, a moment’s walk from Leicester Square Tube Station, Cecil Court is a picturesque late Victorian thoroughfare linking Charing Cross Road and St Martin’s Lane, pedestrianised and seemingly immune from the bustle of the great city which surrounds it.