Se la fame vien mangiando, l’ispirazione vien viaggiando. Non mi stupisce aver ritrovato un po’ d’ironia perduta, in questa vacanza a due. Non era la solitudine a indurmi a scrivere, ne a essere divertente e divertita verso me stessa ed il mondo. Era ed è il diverso, il lontano, lo spazio fisico direttamente proporzionale a quello mentale.
Il nostro appartamento si affaccia sul mare. Quando ho chiesto a Caddy quanto distava il mare dalla casa, mi aveva detto “3 passi”. Ebbene, questi sono: letto, porta finestra, terrazza. Ma non è tanto la vicinanza col mare a sorprendermi, quanto quell’isola meravigliosa che ho davanti. E che posso raggiungere a nuoto tanto è vicina. Ed è così che dopo aver scelto questa fortunata meta, oggi ho scelto per la barca. Se vuoi il vero mare, l’immersione totale in un mondo che non ti appartiene, devi essere estremo. La barca di certo non è estrema di per se, ma se penso che mio marito passa 11 mesi l’anno dietro ad una scrivania a fare paginate intere di numeri, guidando per un’ora sotto la pioggia incessante inglese con, nella migliore delle ipotesi, 15 gradi ad agosto, beh, la barca diventa assolutamente una scelta indispensabe ed estrema. E barchino fu. A motore, decentissimo.
I Croati sono un po’ dei manfani tuttavia perché tengono tutto sporco e male. Anche il barchino che veramente fa tutto da solo, richiede solo un minimo di ordine ed un minimo di pulizia. È come amare i cavalli ma farli pulire agli altri. Qui invece non li fanno proprio pulire. Quindi mi chiedo che passione sia. Ma insomma, frutta acqua pane pomodoro formaggio coltello e via. Io al timone, marito a godere. Prima baia: splendida, un incantesimo, un miracolo della natura: boschi che cascano nell’acqua cristallina. L’avrei consumata quella baia dai tuffi, bagni, sole, scogli. Ma invece avevo accanto un’irrequieto che voleva “girare le isole”. Ce ne saranno state venti di isole, PONZI. E allora giriamo per le isole. E lo sapevo che andava a finire così: mare forza 3, onde a più non posso, vento freddo da felpa, e tre ore a girare a cercare la seconda baia perfetta. Che se hai già trovato la prima, che te lo dico a fa’….la seconda non esiste. Risultato: io ho finito il libro di 349 pagine su Filippo Pontecorvo (sempre nell’attesa della baia perfetta, mare perfetto, vento perfetto), e mi sono portata a casa un eritema. Mio marito invece pare un’anguilla che sguizza da tutte le parti tanto l’ho unto con olio di aloe per le sue scottature. La barca, se stai a Londra, può essere estrema.
Comunque sono felice della nostra sistemazione. Eccellente. Se andate in Croazia, sappiate che per il viaggio non spenderete nulla. Arrivate a Spalato, la visitate e poi fuggite verso Lastovo, isola a 5 ore dalla terra ferma con la nave (con il catamarano forse ve la cavate in 1 ora e mezza). Qui non c’è anima viva. Sole, sale, pesce. Le camere del nostro appartamento non sono niente di quel che vi immaginate: zero design, zero fighe, belle e manco carine. Anzi, fanno proprio cacare. Ma hanno un letto, comodo, zanzariere, bagno, tv. Il bello non m’interessa: apro la finestra e ce l’ho, la fuori, tutta natura, democratica, per tutti.
Purtroppo. Si perché a volte proprio diventi insofferente verso il tuo prossimo quando costui ciuccia gamberi accanto a te, c’ha una specie di capigliatura stile Baggio ai tempi d’oro nella fiorentina quando Madonna disse che era l’uomo più sexy del pianeta (?), e c’ha la barcona (e la moglie bbona). Nu’ ze po’. Nu’ce la faccio. Barcone a motore wrrrrrrrrooooooommmmmm ed è già a Bari. No no no. E la mia non è tutta invidia, bensì un invito ad essere meno plateale nel ciucciarti quei gamberoni che forse sono un’aragosta….
Quel genio di mio marito, dopo aver reso la barca al suo proprietario che stamani ho voluto accompagnare a messa con tanto di mamma ottantenne perché penso ancora che i posti li conosci solo attraverso le persone, insomma si, ha mollato la barchetta e si è presentato con uno scooter. Ahhhhh, adesso ho capito. Si annoia ed ha bisogno dei suoi giochini. Che qua per altro non costano gran che. L’altro giorno sono andata al supermercato per comprare biscotti vari yogurt frutta ed ho speso 56 centesimi. Ecco, siamo su queste cifre. Quando ho letto sulla guida che si poteva vivere in Croazia una vacanza spendendo €40 al giorno, mi ci sono quasi impuntata. Che goduria! Io amo battere questi record che mi fanno solo sentire meglio. Perché sprecare? Star bene o star meglio è solo una questione estetica, di pigrizia o di incapacità ad adattarsi. Chiaro, amerei anche io una camera d’albergo fichissima col letto a baldracchino e le tende in lino, la barca a vela e la MG midget rossa. Ma sto bene anche in mezzo alla formica, il nylon, la barchetta e lo scooter. Due cuori e una capanna, come si dice.
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