ABC. A-Always, B-Be, C-ClosingL’Europa scende in campo per salvare l’edilizia, e punta sull’efficienza energetica

Il settore delle costruzioni nell’Unione Europea genera quasi il 10% del PIL e 20 milioni di posti di lavoro (più del 10% dell’occupazione della UE), per lo più in micro e piccole imprese. Ma la bo...

Il settore delle costruzioni nell’Unione Europea genera quasi il 10% del PIL e 20 milioni di posti di lavoro (più del 10% dell’occupazione della UE), per lo più in micro e piccole imprese. Ma la bolla immobiliare, in Irlanda e in Spagna, soprattutto, in congiunta alla contrazione dei mercati creditizi, oltre alla cronica tendenza nei ritardi nei pagamenti, ha ridotto in misura significativa l’attività del settore, generando disoccupazione: le commesse nel campo della costruzione di edifici e di infrastrutture si sono ridotte del 17% tra gennaio e aprile 2012.

E proprio per questi motivi, nella giornata di ieri, è stato presentato a Bruxelles un piano d’azione europeo interamente dedicato al mercato edilizio.

La strategia europea mira a creare condizioni favorevoli agli investimenti, soprattutto nel campo del rinnovamento e della manutenzione degli edifici, puntando su quattro filoni: accesso al credito, fondi strutturali, denaro per la ricerca, sostegno alle PMI.

L’obiettivo principale è di creare le condizioni favorevoli agli investimenti, utilizzando strumenti finanziari, e fiscali, come motore e principale veicolo. Come? In primis, attraverso il miglioramento dell’accesso al credito: il Patto per la Crescita prevede un aumento di 10 miliardi di euro del capitale della Banca europa per gli investimenti (BEI), con capacità di prestito aggiuntiva fino a 180 miliardi. In secondo battuta, per il periodo 2014-2020, la Commissione propone quasi un raddoppio dei fondi strutturali per la sostenibilità energetica, in parte utilizzabile per la riqualificazione degli edifici.

Vi è poi il discorso delle smart cities, le città intelligenti, dove attualmente sono allocati 209 milioni di euro per progetti di risparmio energetico nelle città, inclusa la ristrutturazione di edifici. Di questi, 116 milioni sono destinati all’iniziativa “efficienza energetica degli edifici” finalizzata allo sviluppo di nuovi materiali edili e costruzioni con criteri d’integrazione urbanistica ed efficienza energetica. E proprio nell’ambito del progetto Orizzonte 2020, si punta a un aumento (fino a 2 miliardi) dei fondi per ricerca e innovazioni per promuovere nuovi materiali, apparecchiature tecniche più efficienti ed edifici più sicuri dal punto di vista sismico: il fine ultimo è di creare nuovi edifici, e nuovi quartieri all’interno delle città, che consumino meno energia di quella prodotta e con nuovi standard di sicurezza sismica.

Infine, per quanto concerne l’ambito fiscale, vi è l’invito agli Stati membri a mantenere gli incentivi fiscali nazionali: IVA ridotta, incentivi per tassi agevolati, credito d’imposta; e, al contempo, favorire l’accesso delle PMI al mercato degli interventi per l’efficienza energetica, anche con polizze assicurative che garantiscano che le prestazioni eseguite corrispondo alla normativa vigente.

La Commissione Europea si propone anche di sviluppare il capitale umano del settore delle costruzioni, anticipando la domanda futura del mercato del lavoro, anche attraverso la formazione per migliorare le prospettive occupazionali dei giovani, dato che entro la fine del 2020 due terzi dei lavoratori europei nel settore dell’edilizia, dell’industria e dei trasporti andranno in pensione, l’obiettivo è quello di sostituirli con personale specializzato e con nuove professionalità, specie per quelle legate all’edilizia sostenibile.

Altro grande capitolo riguarda la definizione di uno standard e una metodologia comune per la valutazione dell’impatto ambientale, rendendo i metodi di valutazione più trasparenti e accessibili alle imprese edili, al settore assicurativo e agli investitori.

Sul fronte interno (a livello europeo), l’obiettivo è di rafforzare il mercato interno delle costruzioni agendo da un lato sull’utilizzo degli Eurocodici per chi opera nelle costruzioni, ovvero norme europee per la progettazione strutturale; dall’altro analizzando gli approcci regolamentari e amministrativi degli Stati nell’attuazione della legislazione comunitaria, per chiarire le norme e ridurre gli oneri amministrativi.

Sul fronte internazionale, la strategia della Commissione è incentrata nel promuovere un migliore accesso ai mercati a condizioni di reciprocità, con l’eliminazione effettiva delle barriere tecniche, creando la possibilità di partecipare agli appalti internazionali. In quest’ottica i mercati su cui puntare sono quelli dell’Africa, dell’America Latina, la Russia e paesi vicini, e per questo l’iniziativa dell’Unione “Piccole imprese, grande mondo” metterà a disposizione informazioni, consigli e assistenza a piccole imprese di costruzioni per l’accesso ai mercati internazionali e la ricerca di partner, così come il Fondo europeo per lo sviluppo regionale, sosterrà lo sviluppo di nuovi modelli commerciali per le PMI, in particolare per la loro internazionalizzazione.

Gli obiettivi per il futuro sono stati delineati, e se sempre secondo la Commissione, l’edilizia verde ha un tasso di crescita annuo a livello mondiale del 43%, in Italia abbiamo molto da fare, se è vero che sono quasi 2 milioni i metri quadrati da ristrutturare, con il patrimonio immobiliare tra i più obsoleti in Europa.

Per scaricare il documento completo della Commissione

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