Il marchese del GrilloPer sconfiggere l’evasione ci salverà un gratta e vinci

Il tema dell’estate è sempre quello, purtroppo o per fortuna. Boccheggiando sotto gli ombrelloni o all’ombra di un parco in città non si può fare a meno di articolare qualche riflessione sulla gene...

Il tema dell’estate è sempre quello, purtroppo o per fortuna. Boccheggiando sotto gli ombrelloni o all’ombra di un parco in città non si può fare a meno di articolare qualche riflessione sulla genetica propensione dell’italiano medio ad evadere il fisco. Basta una baita in Svizzera, un appartamento a Hong Kong o un loft a Londra per sottrarre centinaia di migliaia di euro alle casse dello Stato. Come quell’uomo di Udine che amava troppo la Repubblica Domenicana per non potervi trasferire la residenza. Tutto regolare se non fosse che viveva in una sfarzosa villa ottocentesca nel bel mezzo del capoluogo friulano, risultata oggetto di cessioni anomale a società tutte a lui riconducibili. Una frode da oltre 12 milioni di euro col coinvolgimento di 7 persone. Di mezzo anche uno yacht battente bandiera inglese da un milione e mezzo di euro, intestato ad una società del Guernsey, ma nella disponibilità del nostro.

Dinamiche nemmeno lontanamente accessibili alla gran parte degli italiani, questo è sottinteso. Ma se è vero che il cambiamento nasce dalle scelte individuali, non può lasciare indifferenti il dato della Guardia di Finanza che dall’inizio dell’anno corrente rileva l’irregolarità nel 38 per cento dei casi in materia di scontrini e ricevute. Come se la richiesta dello scontrino fosse un impiccio. E fa niente se viene rimarcata la connivenza tra il commesso che non lo emette e il cliente che non lo chiede, in questi casi ce la si cava con un occhiolino. In fondo la crisi si fa sentire per tutti. Questa è una frode di serie B, no? Che vuoi che siano 10 euro? E 100? E 1000? E 10.000, se c’è chi evade 12 milioni? E via di questa logica sino ai dati disastrosi che quantificano l’evasione fiscale al 18% del pil, un sudatissimo secondo posto nella graduatoria internazionale guidata dalla Grecia.

La disponibilità al compromesso, la costante ricerca della via più comoda, sono problemi culturali difficilmente ovviabili. Prima ancora di analizzare l’impatto derivante dall’imposizione di una tassa, l’italiano medio si chiede come fare per aggirarla, relegando al dibattito politico l’analisi su efficacia ed equità. Siamo avvitati in un pasticcio di dimensioni colossali, per uscirne occorrono più misure prese di concerto. Una di queste risale a qualche anno fa, i tempi in cui Giulio Tremonti faceva il Ministro dell’Economia. Niente sirene spiegate, no, niente coercizioni eccessive: ricordate, il problema è culturale e come tale va affrontato. Basterebbe un gratta e vinci da rilasciare insieme allo scontrino fiscale che, dopo ogni acquisto effettuato, consenta al cliente che lo richiede di partecipare all’estrazione di un premio messo in palio dallo Stato. Insomma, la speranza di vincere potrebbe invogliare il cliente a chiedere lo scontrino. Non male, se fosse vero.

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