Goodmorning Vietnam, diceva alla radio con quella voce entusiasta ogni mattina.
Sono io, in bicicletta, sparata per le vie di Londra insieme ad uno sciame di ciclisti, ognuno intento a raggiungere la sua destinazione, ma in un punto della città ci incrociamo, a volte qualcuno ci lascia, a volte qualcuno si aggiunge, e pedaliamo, veloci tra le macchine e gli autobus alti e rossi. Ho la musica nelle orecchie, un rock potente che mi da’ scariche di adrenalina e mi fa spingere su quei pedali più del necessario. Inizia così la mia giornata, oggi, lunedì 10 settembre, qui, a Londra, parcheggiando sotto il mio nuovo spazio, a Hoxton Square. Non sarò mai abbastanza riconoscente al mio amico P. per avermi concesso un desk nel suo bellissimo ufficio, pieno di cervelli fuggiti chissà da dove e approdati in questa unità creativa. Open space, una cinquantina di computer, occhi al di sopra dello schermo. Una grande vetrata sulla piazza. Ho un posto da cui posso lavorare, concentrarmi, scrivere. Scrivere, scrivere, scrivere.
Viola è a casa, con mia madre, ed inizierà la sua nuova scuola soltanto Giovedì. Io invece, ho voluto iniziare subito. Per avere una regolarità, almeno mentale, per dare una destinazione a tutti i miei pensieri che vagano liberi nella mia mente. Ho bisogno di una scatola più grande dove contenerli e questo spazio è la mia nuova scatolina. Mi sento a mio agio, qui. Posso produrre, divagare, pensare, riflettere e poi mettere tutto nero su bianco. Ho dei progetti, tanti che qui trovano ragion d’essere. Lasciatemi dire, sono felice. E non solo per questo, che di per sé è forse la cosa più bella che potesse capitarmi a Londra, ma anche perché ieri e tutto il week end, ho passato giorni meravigliosi. Al parco, con Viola, alla sua prima festa di compleanno, della sua migliore amica, Viola anche lei. E il sole splendeva. E poi ieri il pic nic con amici al Battersea park, sempre sotto il sole, caldo, di una Londra sconosciuta. Erano passati sei anni dal giorno in cui il mio Mr. Stakhanov ed io ci siamo sposati. Non sentivo il bisogno di celebrare, ho già così tanto che non potrei far spazio a nient’altro. Ma la tradizione continua e vuole che usciamo a cena. E allora cerchiamo qualcosa di diverso, su internet, domenica sera alle 8. E dopo svariati tentativi di tutto prenotato, troviamo la nostra isola felice. Al 38° piano di un grattacielo. Londra è ai nostri piedi. Ed è bellissima. E penso che quest’anno sarà davvero splendido e speciale. Rivolgo un pensiero al mio pensiero fisso e spero che sia sempre con me.
E ora, un po’ di foto.