Bambini a nanna e marito fuori per una serata B&B (Batman and Burger), mi ritrovo a vagare su Facebook.
Guardo le foto delle vacanze, gli status delle amiche, chi è diventato amico di chi, chi ha Mipiaciato cosa e un pensiero, atroce nella sua banalità, mi colpisce come un pugno: che fine farà il mistero che da sempre avvolge il passato dei genitori?
Insomma, da sempre i figli ignorano che cosa la mamma e il papà siano stati in realtà nella loro vita precedente a noi.
La magia dei racconti delle avventure di mio padre da ragazzo rimangono oggi indelebili nella mia memoria a intatta dimostrazione della sua grandezza.
Sfogliavo di nascosto le loro foto rubate in bianco e nero chiusa in camera, studiavo i loro visi più giovani, le loro espressioni indecifrabili per cercare qualcosa che mi raccontasse di più di quel poco della loro vita da ragazzi che mi avevano raccontato.
Con il tempo, com’è normale che sia, i miei hanno smesso di essere solo mamma e papà e hanno cominciato a essere anche semplici persone, come tutte le altre, persino capaci di sbagliare, di ferire e magari ferirsi. Ma credo che proprio il non sapere, in molti casi il non sospettare nemmeno, mi abbia aiutato a credere che loro avessero compiuto grandi gesta degne solo di eroi ed eroine della mitologia greca. Il mito dei miei genitori alimentato indubbiamente dal non avere la più pallida idea di come fossero stati in realtà ha sicuramente contribuito a trasformarli ai miei occhi nell’esempio da emulare che sono stati…un esempio di correttezza e irreprensibilità… in effetti inarrivabile per certi aspetti.
Non sapere mi anche fatto credere (e come era bello crederlo…) di essere stata la prima ad aver trasgredito e a fare molte delle cose che ho fatto. Come potevano capirmi loro? Ai loro tempi, figurati, se si facevano certe cose. Beata ignoranza…ma non sarebbe stata la stessa cosa se avessi saputo che tutti i miei tabù e tutto ciò che ho vissuto come proibito in realtà non erano altro che banali bravate fatte da tutti i bambini e gli adolescenti dalla notte dei tempi.
Ora comunque è cambiato tutto e sperare di rimanere nell’ombra come i nostri genitori è davvero utopistico.
Io cosa sarò per i miei figli? Riuscirò a essere anche io per loro solo quello che sceglierò di essere?
I genitori del 2000 non possono nascondere niente, altro che mistero, ormai siamo tutti, o quasi, su Facebook, su Twitter, su Pinterest, su Instagram…
Ai miei bambini tra qualche anno sarà sufficiente chiedermi l’amicizia (posso negarla ai miei figli?) per farsi un viaggio nel mio passato e ritornare al futuro pronti per mettere definitivamente in crisi tutti i miei insegnamenti, le mie questioni di principio.
Aiuto! Torneranno pronti per ricattarmi!
“Mamma scusa ma non mi avevi detto che fumare fa male?” “Qui fumavi e non avevi nemmeno vent’anni! “Apperò mamma, e questo qui che nel 2001 ti baciava? Chi è?” “Ma non mi avevi detto scusa che hai dato il tuo primo bacio a 27 anni quando hai incontrato papà?” “Questa qui che balla come una pazza non sarai mica tu, vero?!”.
Ragazzi, l’integrità dei nostri figli è in pericolo! Qui tocca diventare davvero un esempio, non possiamo più solo far finta di esserlo per portare avanti le nostre battaglie. Eh si, perché una cosa è aver saputo che mio papà da ragazzo fumava, un conto sarà far trovare una foto ai miei bambini di me 17enne con una birra in una mano e una sigaretta nell’altra. Come ne uscirò?
A parte gli scherzi, i nostri figli, figli di questa generazione già così diversa dalla nostra, probabilmente non faranno una piega vedendo le nostre foto del passato.
Forse è anche un bene che finalmente si abbatta la barriera ancestrale fra genitori e figli in cui i primi erano sempre e comunque un modello esemplare e inarrivabile per i secondi.
E’ tempo di comunicare, di parlare davvero e di raccontarsi a cuore aperto ai nostri bambini, pregi e difetti. E’ tempo di mettere da parte le regole senza deroghe e di parlare loro, con sincerità, per consentirgli di difendersi dal mondo ma anche di viverlo fino in fondo avendo davvero tutte le informazioni e gli strumenti che gli servono per vincere e perdere le loro battaglie.
Forse, io credo comunque che in via del tutto precauzionale tra qualche tempo cambierò il mio nome su Facebook con uno pseudonimo.