Oggi, per Viola, è iniziata la scuola e noi, da bravi genitori presenti e premurosi, abbiamo deciso di accompagnare il nostro piccolo prodotto al suo primo giorno nella tanto attesa primina: un incrocio tra asilo e scuola elementare dove ti insegnano a leggere e scrivere, contare e qualcos’altro. Viola in realtà sa già fare le addizioni, anche se nessuno ha capito dove abbia imparato: “Mamma, a tavola siamo in 4, ma se il babbo, che è a cucinare, avesse un aiuto chef, allora saremmo 5”. La nuova scuola di Viola, è grande, luminosa e piena di bambini. La sua divisa è color blu elettrico e consiste unicamente in una felpa con il logo della scuola ed una cartella, anch’essa blu elettrico, ed anch’essa con logo. Il resto dell’abbigliamento può variare, unico denominatore comune il blu scuro. Costo dell’operazione: £ 10,50. Già che c’ero, le ho preso anche il pile per l’inverno. Ho iscritto Viola a questa nuova scuola ad Aprile, mentre frequentava l’asilo punk, ed ho ricevuto la risposta a Giugno, in soli 60 giorni. Dopo aver esaminato la graduatoria che l’istituto garante per l’istruzione nelle scuole pubbliche (Ofsted), aveva assegnato alle varie scuole nel nostro quartiere (qualcosa come 50 asili??), ho optato per questa. E la scelta si è rivelata, almeno per adesso, ottima: scuola pubblica, non cattolica (anche se spesso le scuole pubbliche cattoliche sono le migliori in assoluto), a 2,5 minuti a piedi da casa, pasti gratuiti, dopo scuola a £4. Ho già tessuto le lodi della maestra di Viola e non starò quindi a ripetermi ( si, è gnocca, non ce la faccio a non ripetermiiiiiiiii).
Viola ci lascia con grandi sorrisi, la maestra ci lascia con grandi sorrisi, io lascio mio marito con grandi sorrisi, poi mi dirigo verso l’ufficio della scuola a ritirare il cosiddetto “school pack“, una serie di documenti da leggere, compilare e restituire firmati in segreteria. Il nome di tale plico, doveva allarmarmi. Infondo, ho una passione per la compilazione, qualsiasi cosa passi sotto i miei occhi che richieda una qualche scrittura, è mia. Dal dentista, in sala d’attesa, ovunque io trovi riviste con uno spazio compilabile, io lo compilo, improvvisandomi abbonata a giornali di ogni genere pur di poter scrivere. Quindi, quello school pack infondo, mi allettava. Ed ecco cosa riserva il famoso plico che ogni scuola inglese ti molla una volta iscritto tuo figlio a non importa quale classe:
- admission form – ovvero il modulo di ammissione: trattasi di 5 pagine da riempire con i dettagli dei “responsabili” del bambino/a, si presume padre e madre; indirizzi, date di nascita, numeri telefonici, titoli (nei confronti del figlio, cioé padre/madre/boh/passavo-di-lì-per-caso-è-rimasta-incinta-giuro-dormivo), numeri telefonici e contatti per le emergenze (qui c’ho messo il nome di una mia amica), nome, indirizzo e numero di telefono del pediatra (questa sembra una presa di giro perché in Inghilterra i pediatri NON esistono), malattie, allergie, permesso di andare a scuola da solo/a e con quale mezzo (moto da cross????trattore?????spiderino decappottabile?????)
- appartenenza/razza – noi siamo “white european” ma c’è l’imbarazzo della scelta, due intere paginate di multiple choices, anche mix culturali tipo “black british”
- free school meal registration form – ovvero il modulo per i pasti gratuiti: dichiari la tua fascia di reddito e se ricevi benefits da qualche ente, cassa, o quant’altro. In questo caso il modulo è inutile poiché il mio council (quartiere) ha deciso di offrire pasti gratuitamente a tutti i bambini che frequentano l’asilo, la primina, e tutte le elementari
- parental permission form – ovvero un modulo per i genitori in cui vengono spiegati l’obiettivo della scuola, i suoi valori ed il suo credo. Poco sotto, viene richiesto di scegliere se i lavori compiuti da tuo figlio durante le ore scolastiche possono essere utilizzati dalla scuola per pubblicazioni, mostre o qualsiasi altra forma media, proteggendo l’anonimato del bambino. L’opzione opposta è mantenere il copyright esclusivo (dice proprio così) dei suoi lavori. In quel preciso istante ti chiedi se tuo figlio potrebbe mai diventare un Andy Warhol della situazione e se quindi vale la pena non autorizzare la scuola all’utilizzo di alcun lavoro/opera d’arte del figliolo prodigio
- Internet permission form – il modulo di permesso per l’accesso e l’utilizzo di internet a scuola (sì, perché a scuola ci sono i computer ed è normale che ci siano, persino all’asilo): questa l’ho firmata senza leggerla, ve lo devo dire. Comunque, dice, in parole povere, anzi, poverissime, che la scuola non è responsabile se durante le ricerche effettuate in rete dai nostri figli, questi si sparano un pornazzo anziché studiare le ultime scoperte di Darwin
- Home School Agreement – Accordo tra casa e scuola : mmmhhh, anche qui, ho un po’ fatto cilecca, dove devo firmare? qui giù? ecco, bene, firmato. Allegra, hai letto quello che c’era scritto? No. Non si firma mai a vuoto, lo sai vero? si, lo so, lo so, ma leggendo qualche riga qua e là….porta i figli a scuola in orario (chi, io? ma quando mai!), se noti comportamenti strani in tuo figlio avverti la scuola (tipo scrivere al contrario, voler uccidere i propri genitori, desiderare erode e non gesù?), incita tuo figlio a mangiare tutti i pasti offerti dalla scuola (quella sbobba?), ecc……tutto ok
- Permission to go on school outings – permesso per le gite scolastiche: qui, oltre al permesso di per sé, c’è una piccola clausola che richiede il permesso di intervenire medicalmente, in casi di emergenza, su Viola. Eh no bellini, qua c’ho messo una bella freccia col mio numero di cellulare. Grazieeeeee, ma soprattutto, TIE’.
- Parental permission for media coverage – aridaje autorizzazione da parte dei genitori di sottoporre il proprio figlio a copertura mediatica: ma deve diventare per forza Kyle Minogue??
- Infine, un altro modulo con i nostri nominativi per qualsiasi emergenza
- E il calendario con TUTTE le vacanze dell’anno scolastico 2012-2013: finalmente posso pianificare i miei rientri in Italia o le mie fughe d’amore sperdute in qualche angolo del mio cervello sognante
C’è da notare, inoltre, quanto segue:
- tutti i moduli sono stampati perfettamente su cartoncini di diverso colore
- il testo è assolutamente leggibile e non sbiadito come sempre accade in Italia
- le informazioni piuttosto sono in eccesso e mai in difetto
- idem per quelle che i genitori forniscono alla scuola
- ogni documento è tradotto in arabo e in un’altra lingua a me sconosciuta, probabilmente polacco
AMEN.