Dietro a Baumgartner chi c’è? La strategia (e i milioni) di Red Bull

Un tuffo da 39.043 metri di altezza infrangendo il muro del suono. Quello di Felix Baumgartner è stato un lancio entrato nella storia. Sul web lo hanno seguito a bocca aperta, in tv è stato un eve...

Un tuffo da 39.043 metri di altezza infrangendo il muro del suono. Quello di Felix Baumgartner è stato un lancio entrato nella storia. Sul web lo hanno seguito a bocca aperta, in tv è stato un evento da fiato sospeso. Italia2, emittente Mediaset che trasmetteva l’evento in esclusiva per il nostro paese, ha realizzato ascolti da record totalizzando uno share del 4,90% (867.000 spettatori) con punte di 1.856.000 contatti.

L’impresa del fenomeno austriaco ha fatto il giro del mondo grazie ai quattrini della Red Bull che mette nome e risorse nel team di Baumgartner. Stando ai calcoli della Gazzetta dello Sport, il record è costato cinquanta milioni di euro, sborsati dal colosso della bevanda energetica a base di Taurina, con sede a Salisburgo. Una cifra esorbitante per chiunque, non per Red Bull e il suo patron Dietrich Mateschitz (193° uomo più ricco al mondo) che ogni anno investono un terzo del proprio fatturato in sponsorizzazioni sportive. Nel 2011, ad esempio, sono stati staccati assegni per un totale di 1,4 miliardi di euro.

Non c’è crisi che tenga. Il toro rosso delle bevande mette le corna ovunque. In Formula Uno sborsa 200 milioni a stagione per mantenere quella Red Bull Racing che nel 2010 e 2011 ha vinto il titolo piloti con Sebastian Vettel. Ma parte del denaro va anche nelle casse della Scuderia Toro Rosso, l’italiana erede della Minardi acquistata da Red Bull nel 2006. Poi c’è il calcio: a Salisburgo (serie A austriaca) come a New York, dove il colosso delle bevande controlla i Red Bulls, club della Major League Soccer.

Se non bastasse, Red Bull ha piantato bandierine pure nell’universo delle mountain bike (Red Bull Rampage), delle moto (Six Days) e degli skateboard (Bomb the line), con particolare attenzione agli sport estremi (salto delle rocce e sci-freestyle), ma anche agli eventi scanzonati come il Red Bull Flugtag. In giro per il mondo gli atleti dei team Red Bull sono 400: svettano surfisti, piloti acrobatici, maratoneti estremi e pure diversi italiani. In primis la coppia del beach volley Greta Cicolari-Marta Menegatti, approdata ai quarti di finale alle Olimpiadi di Londra.

La strategia del gruppo, 8.000 dipendenti e un fatturato da 4,25 miliardi di euro nel 2011, è chiara. Marketing a tutto spiano, comunicazione in tv e in giro per le città con le Mini in livrea grigio-blu, ma soprattutto nel mondo sportivo. Meglio se quello delle discipline estreme e ad alto tasso di adrenalina, dove esaltare il valore della bevanda. La stessa che ti mette le ali, ti rinfranca dallo stress e dalla stanchezza. Quella che a Baumgartner ha fatto fare il volo della vita. Milione più, milione meno.

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