Questa giunglaElogio funebre a una libreria

Apro la porta, la sbarra automatica si spalanca al mio passaggio. Ed entro nella bolgia. Non ho saputo resistere alla tentazione di andare a curiosare nella “mia” libreria, la “Edison” di Piazza de...

Apro la porta, la sbarra automatica si spalanca al mio passaggio. Ed entro nella bolgia. Non ho saputo resistere alla tentazione di andare a curiosare nella “mia” libreria, la “Edison” di Piazza della Repubblica.

Ieri era il primo giorno di svendite, il primo passo della lenta eutanasia che terminerà il 31 dicembre, quando la libreria fiorentina chiuderà i battenti, per sempre. Un cartello scritto a caratteri cubitali recita: “Sconto del 30% su tutto”. Ed ecco spiegata la bolgia. Persone in coda alle casse, persone in coda tra gli scaffali, persone con le braccia piene di libri di ogni tipo. E un pungente senso di inquietudine che si impadronisce di me minuto dopo minuto: dov’è quel silenzio infrangibile solo dal rispettoso chiacchiericcio e da una musica semisconosciuta di sottofondo? Dov’è quella beata solitudine che si giova nell’aggirarsi lentamente tra tonnellate di copertine, parole, autori, storie? Che fine ha fatto il piacevole senso di angoscia nel dover scegliere tra acquistare questo o l’altro libro? Spariti. Dentro di me c’è solo un profondo rancore verso quei rapaci che afferrano i “miei” libri, ne leggono il titolo e come sciacalli se li stringono al petto. Oppure li rimettono sullo scaffale e proseguono la processione verso la sezione “Narrativa”.

Minuto dopo minuto mi rendo conto che la “mia” libreria, tappa finale delle passeggiate nel centro, dove probabilmente comprai il mio primo libro, non c’è più. Anche l’aria lo conferma: al posto dell’odore della carta misto a quello del caffè preparato al secondo piano, si respira puzzo di sudore. È già morta.

Causa di morte? Il contenzioso con Feltrinelli, proprietario dell’immobile di 300 metri quadrati sotto i portici di Piazza della Repubblica, a causa del mancato rinnovo dell’affitto alla concorrenza, lo sfratto reso esecutivo da una sentenza del giudice e prolungato al 31 dicembre, la messa in liquidazione della società “Edison”. In tutto questo, 36 dipendenti e le loro famiglie. Che vivono nell’incertezza del futuro da troppo tempo. Il reddito derivato dalla svendita totale della merce, assieme al risparmio dell’affitto dei prossimi tre mesi, andrà a coprire il tfr dei lavoratori. Mentre Feltrinelli (che sta aprendo un nuovo punto vendita all’interno della stazione di Santa Maria Novella) promette il possibile reintegro di una parte dei 36 nel nuovo negozio.

Chi prenderà il posto della libreria? La stampa locale ha più volte scritto tra le proprie colonne di un possibile sbarco di Apple nella città gigliata, proprio in Piazza della Repubblica. Viene riportata la fantasia del sindaco Renzi, di vedere nella piazza il cubo di cristallo della mela morsicata proprio come all’Apple Store di New York sulla 5th avenue. Me lo immagino, accanto all’Antica Giostra rotante installata agli inizi del novecento dalla famiglia Picci. Anzi non me lo immagino proprio. Spero proprio di non dover cantare un giorno: “Là dove c’erano libri ora c’è un Apple Store”. A scongiurare questa ipotesi il cosiddetto “vincolo culturale”: grazie a questo il 70% della superficie del negozio deve essere destinato a iniziative culturali e solo il restante 30% alla vendita di prodotti. Tale vincolo potrebbe essere aggirato da una delibera del consiglio comunale. E sono già in tanti a Firenze disposti a firmare una petizione affinché ciò non accada.

Dopo un’ora nella bolgia decido di mettermi in coda per pagare: nelle mie mani un libro, un ultimo cimelio, “1933 Un Anno Terribile” di John Fante. Prezzo di copertina: 11 euro, con lo sconto 7,70 euro. Durante la processione, negli scaffali che mi separano dalla cassa, solitamente destinati alle guide da viaggio sono abbandonati alla rinfusa libri di ogni genere: un Saramago, Hemingway, autori semi sconosciuti, addirittura le “50 sfumature”, i primi a finire a detta dei librai. Ma nessuno se ne accorge. Arriva il mio turno. Pago, il libro mi viene restituito in una busta: “Libreria Martelli”, c’è scritto. A quanto pare mi sono imbattuto in un altro cimelio: la libreria Martelli è stata infatti chiusa alla fine del 2011. Al suo posto, nel 2013 aprirà una filiale di Eataly. Apro la porta. Esco.