Il ruolo attivo di Yoko Ono nello scioglimento dei Beatles è uno dei luoghi comuni più persistenti della mitologia rock. L’immagine della giapponese silenziosa che, stando sempre appiccicata a John Lennon e dicendogli che cosa fare e non fare (magari pure facendo ricorso alla proverbiale doppiezza che si attribuisce agli orientali, perché no), provoca le crepe che porteranno l’edificio dei Fab Four al crollo è da manuale del pregiudizio.
Per il fan medio dei Beatles è lei (talvolta descritta come una specie di strega: ovvio no?) quella che ha riempito la testa del buon John di idee balzane, artistoidi e radicali, rompendo il giocattolo. Un pregiudizio che in realtà, nel corso dei decenni, è stato smontato da innumerevoli libri, testimonianze e articoli (i veri responsabili? L’incredibile e logorante vita della popstar vissuta da pionieri lungo otto anni che racchiudevano intere epoche, i problemi economici di un impero finanziario rivelatosi pieno di buchi, le singole identità che andavano alla ricerca di nuovi spazi, l’esaurirsi delle idee, e via dicendo), i quali hanno reso giustizia sia a John (e alla sua intelligenza: i fan più agguerriti avranno mai riflettuto sul fatto che considerarlo un burattino psicolabile era un atto d’amore quantomeno bizzarro?) che a Yoko, artista affermata nel proprio campo prima di conoscere Lennon e musicista originale e sottovalutatissima in proprio (ma questa è un’altra storia…), ma che non era mai stato smentito per vie “ufficiali”.
A farlo una volta per tutte ci ha pensato, a ormai quarantadue anni dai fatti, Paul McCartney, intervistato da David Frost per l’edizione in lingua inglese di Al Jazeera. Una intervista che verrà trasmessa nelle prossime settimane e di cui il New Musical Express ha rivelato ieri alcuni passaggi. Secondo il bassista la Ono “non ha certamente causato lo scioglimento del gruppo”, visto che “il gruppo si stava già sciogliendo da sé”, aggiungendo che costei rappresentava un modo di essere alternativo da cui Lennon, il quale “prima o poi se ne sarebbe andato comunque”, si sentiva attratto. Il segreto di Pulcinella, insomma, uno scoop non esattamente clamoroso. Ma in materie fondanti come il diritto o i Beatles, una semplice dichiarazione ufficiale può ancora fare giurisprudenza. Dando una mano, possibilmente, ad archiviare una delle più tenaci leggende infondate di sempre.