Esiste una app che mi dice chi sono? che mi ricorda cioé tutti i giorni, come sono fatta, cosa dico, cosa penso, cosa faccio, com’è la mia giornata, o meglio ancora, com’è e come sarà la mia vita? Hanno aperto i cancelli ed io mi sono catapultata fuori, in corsa, di corsa, che c’ho ancora il fiatone. Troppo tempo sono stata rinchiusa in casa (sì, sì, rinchiusa) e adesso il mondo mi sembra meraviglioso e pieno di opportunità. Con ottimismo ed entusiasmo, faccio tutto: lavoro, faccio la mamma, la moglie, l’amica, e mi batto per le cause in cui credo, sostenendole come meglio posso. Chiamasi bipolarismo, schizofrenia, ma se vogliamo esser più gentili, preferirei definirmi “olistica”. Ecco: nome dato al modo scientifico di studiare i fenomeni e i sistemi complessi (il marito, la figlia, la famiglia, il conto in banca) con un approccio interdisciplinare e globale (che noi donne abbiamo sempre una visione a 360° su tutto, è ormai un dato di fatto); approccio che è in antitesi con la metodologia tradizionale analitica (forse si riferisce all’uomo?) che si propone di studiare separatamente le varie componenti dei fenomeni (poverino, non ce la può fare, lui).
Stasera sono tornata a casa dall’ufficio alle 9 e l’idea che dopo una giornata di lavoro, avrei trovato un bel piatto caldo, pronto, ed un marito lì ad aspettarmi, mi ha fatto riflettere: sì, ho lavorato come un cane, ma vuoi mettere arrivare a casa e non dover pensare più a niente? Tutto questo è semplicemente meraviglioso! E guai a contraddirti! In fondo, ho lavorato tutto-il-santo-giorno. Ma la polemica non si è fatta aspettare….Lui: “Bene amore, credo che non potrai permetterti di fare così tardi tutti i giorni, altrimenti chi ci sta con Viola?”. Ed eccomi che parto, con rincorsa e tanto di zampe che scalciano da ogni parte, il trofeo già in mano e la vittoria in tasca: “Amore mio, dolce, amato, tessssoro. Credo che da oggi, ci divideremo la figlia, così come il lavoro. Perché infondo, Viola, è NOSTRA“. Ecco. In 365 giorni di casalinga di Voghera acuta, finalmente mollo la famiglia ormai stabilizzata in paese/città/lingua/scuola/lavoro/guida a destra nuovi, mi do da fare, trovo lavoro (per la verità più d’uno), torno tardi una sola volta e cosa succede? L’uomo rimette la donna in cucina. Eh no carini, io a questo gioco non ci sto. Io voglio lavorare, così come lo vuoi tu, quindi faremo a turno per NOSTRA figlia, con i NOSTRI lavori, i NOSTRI tempi, le NOSTRE esigenze. Io le mie, tu le tue, insieme le nostre.
Bello lavorare! Bello tornare tardi e trovare la bambina già docciata, pigiamata, mangiata, imbrandata, e la cena pronta (riso basmati con zenzero e salmone al forno), poter raccontare la propria giornata e…..e vabbeh, sì, controllare la posta, scrivere alla baby sitter, capire quando rimettere a posto la casa, mandare lavatrici, stenderle, dedicare del tempo alle cause in cui credi, e poi anche scrivere. Tanto le olistiche-elastiche siamo noi, loro tutt’al più ci stanno dietro. Borbottando.