Apparato o marketing? La sinistra al voto

La sfida di domani ci consegnerà la fotografia del nuovo centro sinistra italiano. Inanzitutto ci dirà quanti milioni di cittadini sentono di appartenere, e dimostrarlo in modo attivo e pubblico, a...

La sfida di domani ci consegnerà la fotografia del nuovo centro sinistra italiano.

Inanzitutto ci dirà quanti milioni di cittadini sentono di appartenere, e dimostrarlo in modo attivo e pubblico, all’area politica progressista.

In secondo luogo ci consegnerà il rapporto di forze fra le diverse anime della sinistra italiana e delle diverse componenti del suo principale partito, il PD.

Da un lato ci saranno gli eredi di una tradizione politica antica, possessori di vecchie tessere di partito del PCI e della Democrazia Cristiana, sì sgualcite nei portafogli, ma cariche di un significato che per i loro possessori non trova ancora una sua obsolescenza ideale.

Dall’altro una generazione nuova, cresciuta politicamente dopo il 1989, dopo la caduta del muro, l’anno in cui il ‘900 spirò.

23 anni dopo scopriremo se la sinistra italiana è ancora radicata a quella vecchia storia, fatta di appartenenza, di apparati organizzati, di retaggi ideologici o pronta a entrare nel nuovo secolo. Con una proposta politica evoluta, meno ideologica, dove il consenso è mobile, volatile, utilizzabile per realizzare “solo” un programma di governo e non per perseguire, sulla base di una piattaforma ideologica, la trasformazione della società.

Vedremo se domani la sinistra sarà guidata dall’ennesimo uomo dell’apparato o dal suo primo uomo di marketing.

Termine inglese che nell’anno di grazia 2012 non dovrebbe suonare una parolaccia! O una minaccia.

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