Sinistra sinonimo di eguaglianza, libertà e democrazia. Non è sempre così, soprattutto a Catania, dove una manifestazione di protesta democratica indetta dalla Cgil e con la presenza di tantissimi lavoratori provenienti dai diversi comparti economici può divenire un momento di discriminazione senza eguali.
Capita a un cronista precario come tanti. Fernando Massimo Adonia, uno sconosciuto come tanti agli occhi dei soloni della stampa nazionale che conta ma in verità, un audace militante della cosidetta controinformazione, uno che non ha peli sulla lingua e scrive quello che il cuore e il contesto detta a prescindere da logiche simpatie o antipatie personali.
Ha un solo difetto: vanta una lunga militanza nella destra sociale. Per i bempensanti di sinistra, soprattutto i militanti rossi della Cgil e di Rifondazione Comunista, questo è un peccato originale: un po come la setta della stampa e della politica antimafia a Catania, dove per costoro, essere di destra, non comporta ricevere la “patente” di vero antimafioso doc.
In occasione della manifestazione di mercoledì scorso, Fernando, con il suo taccuino in mano è sceso in piazza a chiedere informazioni e pareri al segretario provinciale di Rifondazione Comunista Pierpaolo Montalto. Ma i supporter di ques’ultimo non hanno gradito, una “provocazione” per loro che andava bollata come “fascista” e quindi allontanata a suon di insulti e ingiurie. Frattanto, sono intervenuti i carabinieri che hanno messo fine a questo spiacevole episodio.
Sulla questione è intervenuto anche il coordinatore di Live Sicilia Catania Antonio Condorelli, il quale ha dichiarato: ” Esprimo ferma condanna dell’aggressione subita dal nostro collaboratore Fernando Adonia. Aggressione inspiegabile, nè giustificabile, perché Fernando è stato sembre sensibile alle istanze sociali documentando, al di sopra delle parti, dei partiti e delle ideologie, disservizi della pubblica amministrazione e situazioni di grave degrado. Di recente ha anche intervistato noti esponenti di rifondazione comunista http://youtu.be/fxIqFpH7sT0 per il mensile “S” e oggi, come ogni giorno, ha fatto il suo dovere.
L’informazione non ha etichette.
Anche l’agenzia Adnkronos non è tardata a intervenire, sentendo il giornalista aggredito verbalmente dai manifestanti: “La mia presenza al corteo – denuncia il redattore – evidentemente e’ stata vista dagli attivisti di Rifondazione Comunista e dai giovani della sinistra antagonista come una ‘provocazione’, nonostante io fossi li’ come cronista. Cosi’, quando mi sono avvicinato al segretario provinciale di Prc per chiedergli una semplice dichiarazione sulla manifestazione, alcuni suoi ‘sodali’ si sono mostrati contrariati e ricordando la mia militanza nella destra sociale mi hanno allontanato in maniera poco ortodossa, non mettendomi nelle condizioni di svolgere a pieno il mio lavoro. L’episodio – conclude il cronista di LiveSiciliaCatania- non ha avuto conseguenze visto il pronto intervento delle forze dell’ordine, ma non posso non ritenere estrememante grave quanto accaduto”.
Non pervenute, meteorologicamente parlando, le dichiarazioni di Pierpaolo Montalto, segretario provinciale di Rifondazione Comunista, e i suoi sostenitori che hanno cacciato in maniera poco ortodossa il giornalista nell’atto delle sue funzioni.
Siamo nel 2012, eppure gli anni ’70 sembrano dietro l’angolo. Si categorizza in base al colore politico, dimenticando che la vera informazione non ha colori se non quello dell’obbiettività e della coerenza dei fatti.