Ieri, 22 novembre alle 21:40, il Popolo della Libertà ha riconosciuto formalmente la mia disponibilità a candidarmi per le primarie. Infatti mi ha inviato un’email nella quale con un semplice clic si poteva votare per il candidato prescelto. Ovviamente non ho perso tempo e mi sono votata. Peccato che il mio nome non sia stato inserito nell’elenco dei famosi 11 candidati, pubblicato il 19 novembre. Che dire, forse se dal 14 novembre mi fosse stato dedicato lo spazio, che democraticamente meritavo, coloro che oggi hanno diritto di voto avrebbero avuto gli strumenti per decidere se votarmi oppure no.
Avrei preferito essere estromessa sul campo per mancanza dei requisiti che ci si aspetta da una candidata premier, ma questo sarebbe stato possibile solo dando voce alla mia candidatura. Così non è stato, i quotidiani di centrodestra non lo hanno fatto perché potevo fare ombra ad altre candidate o perché non considerano preminenti i temi della solidarietà sociale che avrei voluto rappresentare.
I quotidiani di centrosinistra non hanno sopportato che una di centro destra potesse rappresentare i suddetti temi che in genere sono considerati appannaggio della sinistra.
E che dire di radio e televisioni? Grandi assenti, fautrici del pilatesco motto “non vedo, non sento, non parlo”. La mia foto, formato tessera, non è stato possibile inserirla nel mosaico che racchiudeva gli altri candidati per problemi tecnici in via di definizione!
Ergo che non ho ricevuto spazio nell’informazione perché quando parlo sembro una di sinistra che non viene riconosciuta del centro destra! Infatti il PDL non ha saputo accogliere una persona della società civile; non ha voluto spendersi per sostenere una candidata super partes ( che non ha posizioni di potere da rivendicare); non ha dimostrato la sensibilità necessaria per fare proprie le istanze che avrei voluto rappresentare.
Io non so in che mondo vivano, avrebbero dovuto guardare almeno con simpatia ad una persona della società civile, da sempre impegnata nel combattere le discriminazioni sociali, che trova la forza di imbarcarsi su una nave che sta affondando. Che dire? Onore al merito a quei pochissimi quotidiani e numerosi cittadini comuni che hanno avuto il coraggio di pubblicare l’imbarazzante notizia.
Tutto questo, visto da un osservatore neutrale potrebbe sembrare farsesco, ma cosa più grave ha violato la normativa italiana, che tutela ogni cittadina, prime fra tutte la Costituzione (articoli 2-3-21-51), nonché le norme contenute nella Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, in particolare negli articoli 6 (Donne con disabilità) 21 (Libertà di espressione e opinione e accesso all’informazione) e 29 (Partecipazione alla vita politica e pubblica).
Nelle mie parole si legge il sapore della sconfitta, quando si arriva a ricordare il mancato rispetto della normativa, si evince che un diritto è stato violato. La mia è una sconfitta umana e sociale. Venti anni fa, davanti alle intolleranza subite mi consolavo pensando che nel futuro nessuna persona disabile sarebbe stata discriminata, confidavo nel potere persuasivo della cultura. Invece, nel 2012, a tradirmi sono stati proprio i mezzi che per antonomasia rappresentano e diffondono la cultura.
Inutile nasconderlo, mi sento amareggiata, mi ero preparata a critiche feroci per la mia scelta, ma nemmeno nelle mie peggiori previsioni avrei potuto immaginare l’intolleranza e la discriminazione che mi è stata riservata e come persone disabile, che solo sui mass media poteva contare per farsi conoscere, e come cittadina comune che invece di essere giudicata per i contenuti della sua candidatura è stata condannata e censurata perché colpevole di ricerca di visibilità.
Alla fine abbiamo perso tutti, perché per la prima volta ci sarebbe stata una candidata disabile, alle prime primarie del PDL, che per la sua storia poteva portare in primo piano realtà che generalmente si preferisce sottacere. Ieri ho inviato un’email nella quale parlavo di ultimo appello. Ieri sera ho ricevuto l’email del partito. Posso ancora farcela, siamo nell’era di internet, mi bastano 10000 clic sul PC e il 25 novembre potrei essere la prima donna disabile candidata alle primarie del PDL. Grazie di cuore a quanti hanno deciso, in questi ultimi giorni, di dare voce a una cittadina qualunque.