LONDRA – «Esplorare il fertile terreno della storia, della satira e delle proteste contro le ricorrenti crisi finanziarie, attraverso antiche stampe, cartoni animati contemporanei e moderne opere artistiche». Questo, secondo gli organizzatori, è l’obiettivo della mostra intitolata Bubbles and Bankruptcy inaugurata pochi giorni fa al British Museum di Londra.
Una piccola sala, all’interno della sezione dedicata alla storia della moneta, per riflettere su un fenomeno economico, quello della crisi, molte volte ricorrente nella storia. Un mostra che ripercorre le crisi finanziarie inglesi dal 1700 (causata dal fallimento della South Sea Company nel 1720), alla crisi bancaria del Regno Unito nel periodo 2008-2012. Secondo i curatori dell’esposizione: «Tutto il materiale esposto riesce, con estrema chiarezza, a rappresentare la precaria natura della speculazione finanziaria». Attraverso prospetti e certificati azionari (originali) di aziende in default, note di banche fallite e relazioni sulle crisi viene fornito al visitatore un affascinante spaccato di come e perché si verificano le crisi, dimostrando che, in un mondo di incertezza (quello della finanza), anche l’investimento più motivato può occasionalmente fallire.
Oltre a identificare le cause, si cerca anche di indagare su come la società abbia risposto alle varie crisi. Stampe, cartoni animati contemporanei, simboli di protesta (come la maschera di V per vendetta) e opere d’arte moderna riflettono il potenziale della critica sociale, politica e satirica. Vengono proposti alcuni esempi di come, tre secoli di bolle e fallimenti, sono ancora molto importanti per il sistema finanziario britannico (e globale) odierno: dalla storia di un uomo che ha venduto terra in un paese che in realtà non esiste, allo scandalo del Cancelliere dello Scacchiere, che fu mandato in prigione per corruzione finanziaria.
La mostra dedica particolare attenzione anche alla storia (del tutto contemporanea) della satira e delle protesta contro le crisi finanziarie. Grazie alle opere di Dickens, alla rivista Private Eye, alle stampe satiriche di James Gillray e l’opera d’arte (castello di carte) di Justine Steve è possibile individuare una notevole coerenza sul modo in cui le persone hanno, e continuano a rispondere alla crisi.
Alcuni degli oggetti esposti, forniscono umorismo ma per ragioni non del tutto intenzionali: come esempio, una bottiglia di champagne regalata da Northern Rock ai suoi dipendenti nel 1997. Un regalo che doveva celebrare la ricapitalizzazione della società e la nascita di un grande istituto bancario. Oggi questa bottiglia fornisce un promemoria ironico di come questa ricapitalizzazione avrebbe dovuto consentire a Northern Rock di espandere i propri interessi commerciali. Interessi e laudi guadagni promessi e mai rispettati: dopo dieci anni da quel regalo (14 settembre 2007) Northern Rock fallì innescando in Gran Bretagna la prima corsa agli sportelli per il recupero dei depositi, la prima dal 1866.
Altra opera interessante è la vignetta satirica pubblicata nel 1890 dalla rivista Punch dal titolo stesso vecchio gioco! In questa satira i dipendenti di Barings Bank sono stati descritti come scolaretti erranti, dopo aver sperperato il capitale della banca attraverso decisioni di investimento rischiose e non affidabili. Nell’immagine sono rappresentati i timidi banchieri i quali si rivolgono alla Vecchia Signora di Threadneedle Street (un’allegoria per rappresentare la Banca d’Inghilterra), per un piano di salvataggio. La Vecchia Signora accetta con riluttanza rispondendo: «Solo per questa volta!» Alla luce dell’odierna crisi questa dichiarazione diventa volutamente ironica: durante la crisi finanziare dell 2007 sono state salvate molte banche e assicurazioni (come esempio ricordiamo Merrill Lynch e AIG).
L’opera più importante della mostra è rappresentata da una scultura contemporanea dal titolo House of Cards di Justine Smith. L’artista ha costruito un castello di carta con vere banconote inglesi sostituendole alle normali carte da gioco (simboli del gioco d’azzardo), che in genere costituiscono un castello di carte. L’opera simboleggia perfettamente la natura talvolta incerta e azzardata della speculazione finanziaria e al tempo stesso è in grado di rappresentare la sua fragilità.
Grazie a questo percorso di storia e arte è possibile capire come l’attuale crisi finanziaria non è né la prima né che sarà l’ultima. La mostra sottolinea gli aspetti comuni di ogni crisi dalla cattiva gestione d’impresa, alla frenesia speculativa, la frode e il fallimento che permeano la storia della finanza. Una mostra che ci ricorda che la storia (e la satira) insegnano.