TrebarraAL’Emilia dopo il sisma: Reggiolo riparte dall’arte

  Stickers, murales, volti, fumetti e frasi scritte a mano: sui teloni che coprono i palazzi feriti del centro, sui ponteggi di lavoro degli operai, sulle impalcature e le traversine. E il risulta...

Stickers, murales, volti, fumetti e frasi scritte a mano: sui teloni che coprono i palazzi feriti del centro, sui ponteggi di lavoro degli operai, sulle impalcature e le traversine. E il risultato, nella zona rossa di Reggiolo, città emiliana al confine col mantovano duramente colpita dal sisma del maggio di quest’anno, è un’opera artistica, corale, che si fa strada nel bel mezzo dei lavori di ricostruzione, tra negozi chiusi, purtroppo ancora inagibili, tra residenti e negozianti che vogliono riappropriarsi del centro storico al più presto.

L’idea è quella di far diventare la via principale di Reggiolo, via Matteotti, una galleria a cielo aperto, coprendo con opere artistiche i ponteggi e tutte le zone di cantiere e il progetto nasce dal basso, da Roberto Angeli e Federica Filipazzi che, sotto la cura di Claudio Musso e Fabiola Naldi (e col sostegno dell’amministrazione comunale, Agnese Spinelli e Serigrafia 76), hanno potuto realizzare le opere artistiche a costo zero, grazie anche alla donazione massiccia di materiale da parte di Materis Paint. Quella di Reggiolo diventa così un’opera collettiva realizzata in tutto e per tutto dagli street artist del Collettivo Fx, un gruppo di artisti nato nel 2010 tra Reggio Emilia e Sant’Ilario, al confine parmense, col vizio -neppure troppo brutto- di “inquinare” la notte il cemento armato con murales, sticheraggi, piastrellamenti, toppe e pezze.

L’adesione al progetto di “Nessun dorma” è venuta quindi da sé, dalla voglia di essere parte della ricostruzione, per coprire -anche solo artisticamente- le ferite, i brutti segni lasciati dal terremoto e cercare, con questa nuova veste artistica, di spronare un paese a ri-partire. Un invito a reagire, più che altro, perché “nessun dorma” di nome e di fatto. Perché Reggiolo riparta. E presto.

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