Tempesta di cervelliSilvio gioca in attacco e becca il contropiede

Da Milanello, uno dei due palcoscenici più importanti per il successo del Cavaliere, Silvio Berlusconi ieri ha ufficializzato l'uscita dalla maggioranza del Governo Monti. Il Professore lo ha preso...

Da Milanello, uno dei due palcoscenici più importanti per il successo del Cavaliere, Silvio Berlusconi ieri ha ufficializzato l’uscita dalla maggioranza del Governo Monti. Il Professore lo ha preso in parola ed in contropiede annunciando le sue dimissioni. Quali sono i reali effetti di questo gol montiano in tre passaggi?

Silvio Berlusconi questa volta ha sbagliato qualcosa nella strategia: il suo obiettivo, verosimilmente, era quello di conquistare consenso e alzare la posta delle richieste alle spalle di Mario Monti, ma ha fatto i conti senza l’oste. Il Professore si è dimostrato più furbo e con un colpo di spugna ha dimezzato i tempi della campagna elettorale.

E’ legittimo dunque pensare che nelle stanze nascoste del partito di Silvio ci sia una forte agitazione. Gli uomini dell’ex Presidente, non essendo cambiata la legge elettorale, dovranno mettersi al lavoro per comprendere come formare le liste tenendo conto dei tempi tecnici che sono ovviamente dimezzati anch’essi, ma non solo perché per forza di cose subisce un processo di accelerazione anche l’iter per la formazione del nuovo partito annunciato da Berlusconi. In poche parole se Silvio era convinto che Monti non si sarebbe mai dimesso e che avrebbe potuto continuare a fare un po’ quel che gli pareva ha sbagliato di grosso.

Silvio però è in buona compagnia perché cadono in difficoltà anche tutte le altre formazioni politiche che, vuoi per inesperienza o per beghe interne, sono ancora in alto mare nel percorso organizzativo verso le elezioni. Il Movimento 5 Stelle ha appena nominato i candidati al Parlamento, ma non ha ancora svelato chi sarà il Candidato Portavoce, se si chiamerà così, e visti i meccanismi interni grillini la candidatura non potrà calare dall’alto ma dovrà essere figlia di un processo.

Per la Lega Nord Maroni aveva ipotizzato un futuro lontano da Roma, almeno per questo giro: sarà così? Diversamente i leghisti ci dovranno dire con chi si alleeranno: potrebbe rinascere il vecchio asse Silvio-Casini-Maroni?

Di Pietro ha in mano un partito che è allo sbando: sono più quelli che hanno lasciato rispetto a quelli che sono rimasti. L’ex magistrato non è all’interno del centrosinistra, ma se dovesse fare un ticket con la Federazione della Sinistra di Ferrero firmerebbe la fine politica di entrambi i soggetti. Merita la Palma del più inguagliato.

Chi per forza di cose è messo meglio è il centrosinistra che ha iniziato la campagna elettorale da più di un mese con la competizione per le Primarie: il Premier si sa già chi sarà e le basi del programma sono già scritte da un pezzo.

Si apre oggi dunque la lunga corsa al voto di febbraio 2013: la griglia di partenza al momento vede Silvio in 3° posizione; 1° il centrosinistra e 2° il Movimento di Grillo.

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