Sui temi etici Mario Monti, da politico consumato, dice e non dice. Il Pdl lo incalza («Evita accuratamente di avere un pensiero o di annunciare una posizione», è stata la critica del senatore Maurizio Sacconi), il Pd tace, l’Udc di Casini glissa.
Eppure il Vaticano, insieme ai vertici della Cei, qualche giorno fa lo ha indicato come l’uomo giusto per guidare l’Italia in questo frangente così caotico. Poi sono seguite parziali smentite e qualche dietrofront. «I credenti non si riconoscono in un’unica leadership, dunque non ha senso evocare l’epoca lontana dell’unità politica dei cattolici», ha detto monsignor Domenico Sigalini, assistente generale dell’Azione Cattolica, «la situazione è molto confusa e non si possono dare valutazioni definitive».
D’altra parte, divorzio, aborto, procreazione assistita, riconoscimento delle coppie di fatto e omosessuali, testamento biologico sono temi spinosi. Soprattutto in campagna elettorale. A sinistra, però, c’è qualcuno che ha preso una posizione molto chiara. E non da oggi. Si tratta di quattro importanti studiosi: il giurista Pietro Barcellona, ex deputato del Pci; l’ex dirigente di Lotta Continua, e oggi docente all’Università Europea dei Legionari di Cristo, Paolo Sorbi; il padre dell’operaismo italiano e presidente del Centro per la riforma dello Stato fondato da Pietro Ingrao Mario Tronti e, infine, il presidente della Fondazione Istituto Gramsci Giuseppe Vacca. Tutti e quattro hanno militato tra le file del Partito comunista e oggi fanno riferimento al Partito democratico.
Il loro manifesto lo hanno lanciato più di anno fa, il 16 ottobre 2011, al Convegno di Todi che riuniva le varie anime dell’associazionismo cattolico. Quel testo è stato riproposto oggi nel libro Emergenza antropologica (Guerini e Associati). Scrivono i quattro intellettuali: «La manipolazione della vita, originata dagli sviluppi della tecnica e dalla violenza insita nei processi di globalizzazione in assenza di un nuovo ordinamento internazionale, ci pone di fronte a una inedita emergenza antropologica. Essa ci appare la manifestazione più grave e al tempo stesso la radice più profonda della crisi della democrazia. Germina sfide che esigono una nuova alleanza tra uomini e donne, credenti e non credenti, religioni e politica».
Una posizione perfettamente in linea con il magistero della Chiesa e di Benedetto XVI. Tanto che qualcuno ha pensato bene di affibbiare ai quattro intellettuali l’etichetta di “marxisti ratzingeriani”. I quali senza mezzi termini accusano la sinistra italiana, dagli equilibrismi di Bersani alle richieste di Nichi Vendola, di aver ceduto a «culture falsamente libertarie, per le quali non esiste altro diritto che non sia il diritto dell’individuo».
L’invito che i quattro fanno alla loro area politica è quella di confrontarsi proprio con il Pontefice-teologo e «in particolare con due temi fondamentali del suo magistero: il rifiuto del relativismo etico e il concetto di valori non negoziabili». A Bersani, sicuramente, saranno fischiate le orecchie. A Vendola, scommettiamo, ancora di più.
Il 30 dicembre scorso su La Lettura, l’inserto culturale del Corriere della Sera, uno dei maggiori sponsor di un Monti bis magari proprio insieme al Pd, è apparsa una critica al pensiero dei marxisti ratzingeriani. «Si ha l’impressione», ha scritto Antonio Carioti, «che costoro abbiano evocato le formule papali facendo finta di non cogliere la portata, o meglio cercando di attenuarla surrettiziamente». Poi ecco la stoccata: «Il vero bersaglio degli strali pontifici è piuttosto il principio dell’autodeterminazione individuale, cioè il pilastro della bioetica laica cui s’ispira la sinistra in tutta Europa».
In realtà, qui non è in gioco il diritto all’autodeterminazione dei singoli ma una radicale trasformazione antropologica dell’essere umano che si esplica nella pretesa pericolosissima della tecnica (che va a braccetto con il business) di modificare alla radice il concetto di vita umana dotando l’uomo di un potere manipolativo sulla vita stessa e della possibilità di creare ex novo un essere vivente. Non solo, ma nel caso delle adozioni per le coppie gay, ad esempio, siamo di fronte al tentativo di manomettere le strutture profonde che reggono l’identità individuale e sociale e di ridurre al nulla la differenza sessuale e la complementarità uomo-donna per soddisfare il capriccio di alcuni.
In definitiva, i “marxisti ratzingeriani” si aggiungono a tutte quei pensatori più lucidi, e non necessariamente credenti, che hanno riconosciuto da tempo e con grande chiarezza che c’è qualcosa di molto più pericoloso e drammatico del pur importante inquinamento ambientale, della crisi economica e delle guerre che dilaniano il pianeta. Si tratta della possibile produzione della vita per mezzo della tecnica e dello stravolgimento della struttura individuale e familiare. Nella sinistra italiana molti intellettuali lo hanno compreso e detto coraggiosamente spezzando il conformismo delle idee dominanti. Vendola, Bersani e gli altri del Pd la pensano allo stesso modo?