ContronotiziaBlog del Narco: continua la mattanza dei cartelli messicani

Nuevo Laredo, Messico, 13 settembre 2011 Due blogger, un ragazzo e una ragazza di 25 e 20 anni, sono stati torturati e uccisi dai narcos. Sui loro corpi mutilati, un messaggio: “Questo è quello ch...

Nuevo Laredo, Messico, 13 settembre 2011

Due blogger, un ragazzo e una ragazza di 25 e 20 anni, sono stati torturati e uccisi dai narcos. Sui loro corpi mutilati, un messaggio: “Questo è quello che succede a chi posta cose divertenti su internet. E’ meglio se fate attenzione. Sto per venirvi a prendere”. La firma, una Z, quella dei Los Zetas, uno dei più micidiali cartelli del narcotraffico.

Nuevo Laredo, Messico, maggio 2012

La polizia ha rinvenuto, appesi ad un cavalcavia, i cadaveri di 9 persone: 5 uomini e 4 donne, che secondo la stampa locale presentavano segni di percosse e torture. Per la polizia, probabili vittime di una gang criminale. Accanto alle vittime gli assassini hanno lasciato un messaggio che, secondo quanto riporta la Cnn, rivela l’identità degli impiccati: sembrano appartenere ad un cartello di narcos, responsabili di un attentato con un’autobomba compiuto nei mesi scorsi nei pressi della centrale di polizia.

Tizapan, Messico, 18 settembre 2012

Le autorità messicane hanno fatto un ritrovamento shock. In una fattoria di Tizapan, la città al centro del Paese contesa da tutti i più importanti cartelli della droga, (Familia Michoacana, Cavalieri templari, Zetas e Jalisco Nueva Generacion)sono stati rinvenuti 17 corpi smembrati. Erano nudi, erano stati mutilati e tutti avevano al collo una catena. Le vittime erano state evirate e avevano il dito indice delle mani mozzato.

Città del Messico, 2013

Pay de Limon è un cane ritrovato l’anno scorso dentro un cassonetto. Aveva le zampe anteriori amputate e sanguinava molto. Questo è il rito macabro che spesso fanno le bande di narcos ai cani come allenamento per le amputazioni umane. Pay de Limon ora è tornato a correre grazie alle protesi fornite da Caninos Milagros, un centro di soccorso per cani a Città del Messico.

Questi sono episodi passati. In Messico, tuttavia, si continua a morire così. Si continua a non vivere. Quarantasettemila e cinquecento: questo è all’incirca il numero delle vittime degli scontri tra i cartelli della droga in Messico dal 2006 ad oggi. Oltre ventimila quelle scomparse. Tra queste ci sono casalinghe, studenti, uomini d’affari, avvocati e oltre 1200 bambini al di sotto degli 11 anni. Una situazione di cui non se ne parla mai abbastanza. Le promesse dell’ex presidente messicano Felipe Calderon (al potere dal 2006 al 2012), che aveva lanciato una vasta offensiva militare contro la guerra del narcotraffico, di contenere l’escalation di criminalità e violenza, sono rimaste tali. Il numero delle vittime è aumentato in maniera esponenziale.

Il nuovo presidente, Enrique Peña Nieto, sposato con una star di telenovelas e definito il Luis Miguel della politica messicana, è riuscito a vincere nonostante il suo (discutibile) passato: nel maggio del 2006 a San Salvador de Atenco,aveva brutalmente represso una manifestazione popolare mentre era governatore dello Stato di México, che si concluse con un saldo di 2 morti, decine di donne violentate e centinaia di manifestanti arrestati. La sua vittoria riporta al potere lo storico Partido Revolucionario Institucional, da molti considerato sinonimo di clientelismo e corruzione, che aveva governato ininterrottamente il paese tra il 1929 e il 2000.

Ma veniamo al dunque: Il Messico è in testa alla classifica dei paesi più pericolosi per i mezzi di informazione. Il narcotraffico influenza il lavoro dei giornalisti non solo attraverso le minacce e la violenza, ma anche attraverso il denaro e la corruzione, che fanno leva sugli imprenditori che possiedono giornali e televisioni. Blog del Narco è un sito dove utenti protetti dall’anonimato inviano tramite mail materiale (foto e video) dal contenuto anche molto scabroso e che, una volta pubblicato, costituisce la più diretta testimonianza di quanto sta succedendo.

Purtroppo il giornalismo in Messico è bloccato dal terrore e dalle minacce, e questo blog, con le immagini e video sulla guerra tra i narcos e le sue vittime, informa sulle attività dei cartelli e spesso lo fa prima che lo facciano gl’altri mezzi di comunicazione. E’ gestito da un ragazzo di cui non si conosce l’identità, ovviamente. Si credeva che questo blog potesse essere uno strumento dei narcos per diffondere le loro azioni e terrorizzare la popolazione, ma dai vari contenuti si può dedurre che a fargli pervenire il materiale siano tutte le parti coinvolte: gli stessi narcotrafficanti, la polizia e l’esercito messicano, oltre a comuni cittadini. Gli aggiornamenti sono quotidiani, e l’elenco delle vittime sembra non finire mai. E’ stato anche tra i vincitori del World Press Photo 2010.

Dicono di loro: “Il Blog del Narco inizia la sua attività il 2 marzo 2010 per informare su cosa succede davvero in Messico. E’ un progetto ideato da due giovani che lottano per raccontare in maniera obbiettiva cosa succede. Siamo specializzati in informatica e giornalismo. I media e il governo continueranno a dire che nel paese non succede niente, noi continueremo con il nostro lavoro. La nostra principale fonte sono state le persone che collaborano con noi inviando dati e materiale. Rispettiamo totalmente il rapporto confidenziale. Non siamo contro o a favore di alcuna organizzazione criminale, semplicemente informiamo senza alterare le cose e, ovviamente, in modo trasparente, senza voler offendere nessuno. Ci trovate su reti sociali come Twitter, Facebook, e contiamo anche su differenti account su Youtube (dato che ci hanno bloccato in varie occasioni)”.

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