Una firma di tutto riposoL’avventuroso Monti rispose

Stento a credere che ancora qualcuno non sappia che sabato mattina alle 11 il premier uscente Mario Monti ha risposto alle domande degli utenti su Twitter, attraverso il suo account @senatoremonti....

Stento a credere che ancora qualcuno non sappia che sabato mattina alle 11 il premier uscente Mario Monti ha risposto alle domande degli utenti su Twitter, attraverso il suo account @senatoremonti. Partiamo dai numeri: vi sono state all’incirca 2000 domande rivolte al senatore Monti, con 16 risposte, per una percentuale di risposte dello 0,8% (poco meno di una ogni cento).

Nel commentare la cosa, non pochi si sono lamentati per questo numero scarso di risposte, ma come sempre è necessario analizzare la questione in termini comparativi: il 7 luglio 2011 Barack Obama ha tenuto il suo primo “town hall meeting” via Twitter (ovvero ha riproposto in chiave digitale le riunioni tipiche del New England, durante le quali i politici in carica discutono in maniera informale con i cittadini). Nella fattispecie, Obama ha fatto una domanda a proposito nel modo in cui i cittadini vorrebbero ridurre il deficit federale: ebbene, sono stati mandati 170mila tweet, e Obama ha controrisposto a 18 di questi (si veda qui un pezzo del Los Angeles Times). Ad essere pignoli, sono 2 risposte in più di Monti, ma in termini percentuali il tasso di risposta è molto più basso, ovvero all’incirca una controrisposta per ogni 10.000 messaggi.

Intendiamoci: sarebbe cretino nascondersi il fatto che lo staff di Obama dedicato ai social network è molto più ampio di quello di Monti, e che quindi sarà molto difficile ottenere per un qualsivoglia politico italiano il grado di continuità nelle risposte e interazioni di cui può godere il presidente USA. Ma tant’è.

Un’altra critica sensata all’operato di Monti durante il suo “question time” è che le risposte date erano piuttosto vaghe (Fabio Chiusi su Valigia Blu ), e che forse si è concentrato troppo a rispondere alle domande provenienti da opinion leader su Twitter come Claudia Vago (@tigella), Filippo Sensi (@nomfup) e Diego Destro (@daw_blog)

Io do un giudizio molto più positivo di questa operazione, ma prima di esporvi le mie ragioni vi invito a riflettere sul fatto che potrei essere favorevolmente disposto a favore di Monti (vedete questo pezzo qui). In termini più generali, prima di esprimermi vorrei fare della meta-analisi, e mettere in evidenza come i giudizi sulla performance di Monti che potete leggere in giro sono largamente spiegati in termini statistici dalla distanza politico-ideologica di chi scrive rispetto a Monti medesimo. In parole povere: tanto più si è a destra o a sinistra rispetto a Monti dal punto di vista politico, tanto più si critica il suo esperimento su Twitter. È una cosa da tenere presente con attenzione: ad ogni parere che si riceve bisogna “fare la tara”, ovvero mettere in conto la posizione ideologica di chi ve lo dà (si veda questo paper per un’applicazione molto intelligente di questo principio)

Tornando al dunque, ritengo l’operazione di live twitting un successo, in quanto ha destato fortissima risonanza, sia dentro che fuori Twitter. Dentro Twitter, come ricordato da Cristian Vaccari (@25lettori), i follower di Monti sono cresciuti nella giornata di sabato del 37%, cioè da 95mila a 130mila. Ma l’avventuroso Monti che rispose su Twitter ha fatto notizia sui giornali e soprattutto sui telegiornali, cioè è arrivato ad un gruppo largamente più ampio di coloro che sono attivi su Twitter medesimo.

A questo proposito, non nascondiamoci delle banali verità: in Italia Twitter non è ancora un fenomeno di massa come è negli USA, e la grande maggioranza degli italiani continua a ricevere le notizie politiche e non principalmente dai TG. Dunque l’operazione di Monti deve essere valutata in questo contesto più ampio: anzi, sarà importante verificare se il numero di utenti di Twitter ha avuto un piccolo balzo in avanti con la notizia di Monti twittante sui telegiornali. Su questo punto sono piuttosto reciso: Twitter diventerà un fenomeno di massa anche in Italia quando i telegiornali cominceranno a parlarne in maniera sistematica, e facendo anche un po’ di divulgazione sul tema.

Il mio invito è dunque quello a guardare la luna, invece di guardare il dito che indica la luna: a parte l’idea di interazione, l’obiettivo principale di questa operazione era senz’altro quello di fare notizia. E notizia è stata fatta. Sotto questo profilo, le trovate giovaniliste di mettere una faccina triste :’( perché il tempo del live-twitting era quasi concluso oppure di scrivere “wow” nel momento in cui sono stati oltrepassati i 100mila follower sono ottime trovate. Quasi banali nel loro essere ottime.

Non sono però mancati gli errori. L’errore blu è stato quello di non far precedere la menzione della persona a cui Monti rispondeva da un puntino (.@) o da qualsiasi altro carattere, in modo tale che tutti i suoi follower potessero leggere la risposta, e non soltanto quei follower che seguono sia Monti che l’interlocutore (si veda qui). Il singolo utente può certamente andarsi a leggere le risposte di Monti andando sulla sua pagina, ma vuoi mettere la comodità di vederle nella propria sequenza di messaggi (timeline)?

L’errore rosso commesso è un po’ laterale e riguarda l’account della lista civica di Monti, che si chiama @lista_civica e rimpiazza l’account di “Verso la Terza Repubblica”. Sarò fissato per queste faccende ergonomiche ma il trattino basso è pessimo per chi usa Twitter su uno smartphone (si veda qui)

@ricpuglisi

ps ringrazio Arianna Ciccone (@_arianna) per il dibattito avuto con lei su Twitter a proposito di questi temi.

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