“Qualsiasi politico ha persone che sono in disaccordo con lui e questo non cambia se è o no su Twitter. Ma se è presente, può essere parte della discussione, comunicare il suo punto di vista, capire quali temi sono importanti per i cittadini e, se lo desidera, rispondere ai detrattori”. Katie Stanton, vicepresidente di Twitter con delega allo sviluppo dei mercati internazionali, spiega con queste semplici parole ai giornalisti l’importanza, sempre più incontrovertibile, per qualsiasi politico di una campagna anche online, che permetta di accorciare le distanze con gli elettori e potenziali tali, anche se attraverso le parole di uno staff. Evitando il semplice messaggio pubblicitario, l’unidirezionale campagna elettorale, bensì cercando il flusso bigettivo di opinioni e dati, la costruzione di idee e future proposte: “I politici – spiega Luigi Curini di “Voice from the blogs” – utilizzano sempre di più la rete per comunicare e fare campagna, ma è stato provato che questa attività ha zero impatto sul voto finale: al massimo può influire sulla partecipazione a una manifestazione o alle urne stesse. In altri Paesi invece, Stati Uniti in primis, Twitter e soci diventano delle vere e proprie “agorà”, dei luoghi di confronto e di responsabilizzazione dell’azione politica. Luoghi dove ascoltare le persone e dare risposte”. Senza dimenticare di sfruttare il mondo che Internet offre a chiunque per amplificare il proprio messaggio, come spiegato da Ryan Davis, consulente americano e tra le menti della campagna sui social network di Obama, a proposito della marriage equality: “E’ più saggio usare i social come canali per imporre i tempi più importanti dell’agenda e dei loro programmi. Da non dimenticare Tumblr, oltre Facebook e Twitter, che permette maggior libertà. E poi evitare come la peste il mail bombing, meglio fare campagne mail selettive”.
Non solo più radio e televisione, campagne porta a porta ed in giro per la città ed il Paese, volantini lasciati a prendere polvere nelle cassette della posta, ma anche e soprattutto la (ri)scoperta di un mezzo veloce, accessibile, istantaneo e (quasi) senza filtri come Internet. Per alcuni l’America, per altri una verità nota da anni. Intanto, mentre i cittadini italiani corrono (per così dire) ad esprimere una preferenza per queste elezioni legislative del 2013, fino alle ore 22 (e domani, dalle 7 fino alle 15), per il rinnovo della Camera e del Senato, i politici proseguono l’inarrestabile e meno regolamentata campagna online. Giocandosi l’ultima chance: accaparrarsi il voto della figura mitologica dell’indeciso. Nei confronti del quale anche il web decide di correre in aiuto, con il test “Voi siete qui”, realizzato dall’associazione Openpolis.
Le cifre. Tra i politici più prolifici su Twitter, certamente Silvio Berlusconi (@Berlusconi2013): più di 67000 followers, quasi 7000 tweet, una frequenza media di 172,3 tweet al giorno. Anche se va detto, il canale è gestito dallo staff digitale del Popolo della Libertà. Abbastanza produttivi anche Mario Monti (@SenatoreMonti) – il primo a utilizzare Vine, lo strumento per pubblicare brevi video sulla piattaforma sociale – con 230000 followers e Pier Luigi Bersani (@pbersani) con 271000 followers. Tra i più interattivi, grazie a risposte, citazioni e menzioni, invece, c’è il Senatore Monti.
Grandi numeri anche per: il Sindaco di Firenze, Matteo Renzi (@matteorenzi), con quasi 400000 followers; il leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo (@beppe_grillo), che vanta vere e proprie cifre da capogiro (quasi 919000 seguaci); il leader di Sel, Nichi Vendola (@NichiVendola), che non solo vanta 309000 followers, ma a sua volta segue molte persone e per la precisione, quasi 31000; la voce della Lega, Roberto Maroni (@maroni_leganord), con quasi 22000 seguaci ed una citazione di Eleanor Roosevelt ad accoglierci nella sua bacheca, “Il futuro appartiene a coloro che credono nella bellezza dei propri sogni”; l’uomo della “Rivoluzione civile”, Antonio Ingroia (@AntonioIngroia) con quasi 36000 followers. Da non dimenticare, inoltre, il profilo Twitter del Segretario politico del PDL, Angelino Alfano (@angealfa), Giulio Tremonti (@g_tremonti), Guido Crosetto (@GuidoCrosetto), Giorgia Meloni (@GiorgiaMeloni), Pierferdinando Casini (@Pierferdinando), Gianfranco Fini (@gianfranco_fini), Luigi De Magistris (@demagistris), Italia dei Valori di Antonio Di Pietro (@Idvstaff), Oscar Giannino (@OGiannino) e Silvia Enrico, il cui profilo è curato da sostenitori di FiD, @senricoxfare.
A tenere alto il nome in Puglia, certamente il Sindaco di Bari, Michele Emiliano (@micheleemiliano), con più di 23000 followers. Sempre disponibile alle conversazioni, citazioni e menzioni, con una vera e propria gestione diretta del proprio account ed un continuo e spassosissimo botta e risposta con gli elettori.
Da segnalare, in caso di lacune da parte nostra, un ottimo metodo per scovare il proprio candidato su Twitter: Twitantonio. La redazione spiega: “La comunità di Spaghetti Open Data (SOD) – un gruppo informale di cittadini (soprattutto italiani) che hanno a cuore i dati aperti e l’informazione libera – ha realizzato l’applicazione Twitantonio allo scopo di fornire, all’indirizzo http://www.twitantonio.it/ un servizio semplice ed immediato per l’invio di tweet ai candidati alle prossime elezioni politiche. Nelle democrazie pre-digitali, i cittadini che desideravano influenzare i candidati alle elezioni scrivevano loro lettere di carta: più recentemente si sono usate le e-mail. I social network su Internet portano questo esercizio a un livello successivo, perché i candidati (come gli eletti) li usano per interagire con l’elettorato in pubblico. Se mandi un tweet al tuo candidato tutti possono vedere se lui o lei ti risponde, e cosa”. E rivolgono un appello: “Quindi, non essere timid@: mano alla tastiera. Aiuterai i candidati a mantenersi vicini ai cittadini visti come individui, non solo come corpo elettorale. Qualche volta bastano 140 caratteri per irrobustire una democrazia. Usa il form di ricerca per trovare il tuo candidato su Twitter. Usa l’hashtag #twitantonio (omaggio sincero al principe De Curtis) per aiutare altri cittadini a trovare questo nostro strumento”.
Interessanti da rilevare anche, i politici più citati in rete, grazie ad un’analisi di Polismeter: nella settimana che va dal 17 febbraio al 23, vi è stato un exploit di Beppe Grillo, mentre gli altri, tra piccoli alti e bassi, si stanno mantenendo stabili. Sempre secondo un’indagine di Polismeter, scopriamo che i due tweet più popolari della settimana sono di Beppe Grillo (“800k in piazza, 150k in streaming in contemporanea, 120 piazza collegate. LI MANDIAMO TUTTI A CASA! #tsunamitour”) ed Oscar Giannino (“E’ una regola secca: chi sbaglia paga. Deve valere in politica e soldi pubblici, io comincio dal privato.Ora giu’ a pestare dx, sx e centro!”). In crescita, infine, le performances su Twitter di Pier Luigi Bersani (+ 71,6% menzioni e + 2,8% followers), Beppe Grillo (+ 107,3% menzioni e + 3,2% followers) e Mario Monti (+ 10,6% menzioni e + 1,9% followers); in calo le Facebook performances di alcuni dei politici. Tra le parole più usate nell’hashtag cloud, stando alle analisi di Polinet, troviamo “italiagiusta”, seguita subito dopo da “elezioni2013”, “Berlusconi”, “bersani”, “giannino”, “tsunami tour”, “grillo” e “monti”.
Internet, però, non offre solo analisi e numeri, ma anche tanta, tantissima satira. Come nel caso delle pagine Facebook “Movimento 7 stelle di Hokuto” o “Berlusconi restituisce cose”. Oppure del sito “Bersani vittorioso”, di quello di satira “Il peggio”. Per cercare di trovare nel sorriso almeno, come diceva Fabrizio De Andrè, “un ritaglio di Paradiso”. Che ci salvi dall’intorpidimento del pensiero, si spera.