Nel suo incontro con Papa Francesco il 18 marzo, la presidenta argentina Cristina Kirchner ha chiesto un aiuto per la soluzione della controversia delle isola Malvinas (così le chiamano gli argentini, ma per i britannici sono le Falkland). Le isole al largo delle coste argentine, popolate da sole 2.800 persone sono contese fra Argentina e Gran Bretagna e nel 1982 fu combattuta fra i due Paesi una guerra breve ma sanguinosa (649 morti argentini e 255 britannici).
Da allora sventola sulle Falkland la bandiera britannica, ma gli argentini non si sono mai rassegnati e continuano a rivendicare la sovranità sul piccolo arcipelago. A gennaio la Kirchner aveva preso l’insolita iniziativa di scrivere una lettera pubblicata su alcuni quotidiani britannici (e mandata in copia al Segretario generale dell’ Onu). Nella lettera la Kirchner accusava il Regno Unito di “colonialismo”. Il premier britannico David Cameron le aveva risposto a muso duro, ribadendo: “Farò di tutto per proteggere gli interessi degli abitanti della Falkland”.
Ora la Kirchner, sollecitando l’intervento del Papa, chiede alla santa Sede di ripetere quanto avvenne all’inizio degli anni Ottanta, quando la mediazione vaticana favorì la pacifica soluzione di una controversia territoriale fra Argentina e Cile. La controversia, nata nella seconda metà dell’Ottocento, riguardava la sovranità su una piccola, ma strategicamente importante, parte di territorio (il Canale di Beagle e tre adiacenti isolette) situata nella Terra del Fuoco, all’estremità meridionale dell’America Latina. La crisi divenne acuta nel 1978 quando Argentina e Cile, allora due Paesi sotto il giogo della dittatura militare, arrivarono sull’orlo del conflitto armato.
La tensione fra i due Paesi cattolici spinse la Chiesa a far sentire la sua voce. Fra il settembre e il dicembre del 1978 ci furono prima una lettera pastorale congiunta dei vescovi argentini e cileni; poi un’ “esortazione paterna” di Giovanni Paolo I all’episcopato dei due Paesi (firmata il 20 settembre, si tratta probabilmente dell’ unico intervento in campo dilplomatico nel brevissimo pontificato di Papa Luciani); infine un appello di Giovanni Paolo II ai presidenti di Cile e Argentina “con la viva speranza di veder superata la controversia che divide i vostri Paesi e che tanto angustia il mio animo”. Così, nel dicembre del 1978 il cardinale Agostino Casaroli, Segretario di Stato, annunciò agli ambasciatori di Cile e Argentina presso la Santa Sede l’intenzione da parte del Papa di inviare “una missione di pace e di amicizia a Santiago e Buenos Aires”. L’inviato di Giovanni Paolo II fu il cardinale piacentino Antonio Samoré, classe 1905, in diplomazia dal 1932, uno dei più esperti diplomatici della Santa Sede.
La mediazione vaticana venne resa ufficiale l’8 gennaio 1979 con gli Accordi di Montevideo. I negoziati condotti dal cardinale Samoré portarono alla Dichiarazione di Pace e di Amicizia del 23 gennaio 1984 e infine al Trattato firmato in Vaticano dai ministri degli esteri argentino e cileno il 29 novembre 1984 alla presenza del cardinale Agostino Casaroli. Anche Giovanni Paolo II espresse la sua “gioia profonda”.
La mediazione vaticana fra Stati belligeranti o comunque soggetti di una controversia è un caso raro. Prima della vicenda del Canale di Beagle si ricorda l’intervento, sotto il pontificato di Leone XIII, per risolvere il contrasto fra Prussia e Spagna per la sovranità sulle Isole Caroline. Papa Francesco prenderà davvero qualche iniziativa riguardo alle Falkland/Malvinas? Difficle dirlo. Da vescovo di Buenos Aires, Bergoglio aveva espresso posizioni vicine al governo argentino. Nell’ aprile del 2012, in una cerimonia per il trentennale del conflitto, il futuro Papa parlò di “patria usurpata” e invitò a pregare per i caduti “che hanno sparso il loro sangue sul suolo argentino”.
Ora però il ruolo di Bergoglio è diverso, anche se la Kirchner spera spregiudicatamente di averlo come alleato. Fra l’altro l’elezione di Bergoglio è avvenuta due giorni dopo il referendum consultivo con il quale il 99,8 per cento della popolazione delle Falkland ha espreso il suo desiderio di restare sotto la sovranità britannica. Il referendum è stato liquidato dal governo argentino come una farsa.
27 Marzo 2013