Fisco e sviluppoPer il Corriere servono 6 miliardi in 20 giorni…

Quando ho scritto ieri per Il Foglio quanto trovate qui sotto non pensavo di poter avere così fortuna. Eccco un bel titolo del Corriere della Sera di oggi "Servono 6 miliardi in 20 giorni". Enrico ...

Quando ho scritto ieri per Il Foglio quanto trovate qui sotto non pensavo di poter avere così fortuna. Eccco un bel titolo del Corriere della Sera di oggi “Servono 6 miliardi in 20 giorni”.

Enrico Letta deve far smettere “il “dibattito fiscale” in cui la gara è a chi la spara più grossa e che campeggia, anche in modo un po’ surreale, troppo spesso sulle prime pagine dei giornali italiani generando solo paura ed incertezza nei consumatori“.

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Sul Foglio di ieri Francesco Boccia illustra “i quattro segreti” del piano Letta per uscire dall’imbuto fiscale in cui si è cacciata l’Italia. Le quattro “killer applications” che il braccio destro del premier propone si possono riassumere e semplificare come: 1) un patto con l’Europa per avere più tempo nell’aggredire il debito pubblico; 2) continuare nel lavoro iniziato sulla spending review ma con modalità diverse, specie per quanto riguarda i criteri che sono alla base del patto di stabilità interno; 3) il far accettare all’Europa lo scorporo dei cosiddetti investimenti produttivi dal calcolo del deficit annuale e un patto con la Bce per finanziare le banche dei paesi membri in difficoltà vincolando i prestiti a un trasferimento di risorse per le imprese; 4) la riduzione del “cuneo fiscale” per aumentare il reddito disponibile delle famiglie e consentire un recupero di competitività da parte delle imprese.

Bene, vedremo poi i dettagli, ma a mio avviso il governo Letta se vuole partire con il vento in poppa della ripresa dei consumi interni e quindi a seguire di tutto il resto compreso gettito fiscale ed occupazione ha una cosa da fare già nel primo mese di governo. Far smettere il “dibattito fiscale” in cui la gara è a chi la spara più grossa e che campeggia, anche in modo un po’ surreale, troppo spesso sulle prime pagine dei giornali italiani generando solo paura ed incertezza nei consumatori.

La polemica sulle politiche fiscali è imbarazzante ed è figlia di demagogie contrapposte che si scazzottano da troppi anni; ma proprio su questo il premier può marcare la propria differenza di uomo di policy ed usare poche e chiare parole dicendo cosa intende fare e specialmente in che tempi e con quali modalità operative.

Quali potrebbero essere le “killer app” per ridare ottimismo ai consumatori ed agli imprenditori fin da questi primi mesi? La prima è legata alla “farsa” IMU. Il Governo definisca al più presto le modalità di pagamento di questa normalissima tassa sulla proprietà immobiliare – comune in tutti i paesi occidentali – cercando di modularla in modo intelligente, come in fondo era per l’ICI, e si impegni a non tornare più sull’argomento. Ognuno dei milioni di possessori di casa farà così in propri conti e tornerà a far affidamento sulla rendita derivante dal risparmio investito in immobili. Non se ne può più dell’isteria collettiva pro e contro IMU.

La seconda cosa da fare è abolire il redditometro integrando, però, la dichiarazione dei redditi delle persone fisiche con la situazione patrimoniale, in modo che anno per anno il Fisco possa capire, veramente, cosa succede. Sarebbe una vera rivoluzione ed in contropartita il Governo dovrebbe accorciare i termini di accertamento sulle persone fisiche. Sarebbe una manovra serissima contro l’evasione fiscale, anzi la vera manovra contro l’evasione se si guarda a paesi come gli USA e la Svizzera e, con l’accorciamento dell’accertamento, sarebbe anche un grande tonico per i consumi.
Da ultimo Letta deve far capire che il suo Governo vuole modificare radicalmente e per sempre la mentalità fiscale dell’amministrazione pubblica impegnandosi a rispettare i patti con i contribuenti.

Come? Proponga di inserire nell’ordinamento tributario una norma, di rango costituzionale, che riconosca il principio della certezza dei rapporti giuridici in materia fiscale, rafforzando i principi di irretroattività e di affidamento previsti dallo Statuto del contribuente. L’abbiamo già scritto l’art 53 della Costituzione, che oggi recita “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.” dovrebbe prevedere l’aggiunta “Il sistema tributario e’ improntato ai principi dell’affidamento e della certezza del diritto.” e “Le disposizioni tributarie non hanno effetto retroattivo”.

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