Le cose d’uso quotidiano, alle quali meno si pensa, quelle ovvie, sono le più essenziali. Ad esempio una sedia, dove sedersi e passare gran parte del tempo vigile, sottratto al lavoro pubblico, al sonno, ai social media e al cibo; eventualmente al sesso. Dunque decidere di prendersi cura di questo strumento è oltremodo importante. E poiché molte cose dipendono da una cattiva seduta (soprattutto il non leggere – o non studiare) ho deciso l’acquisto della sedia da studio qui rappresentata. Mi sono sempre chiesto perché Glenn Gould amasse portare ovunque la sua sediola da bambino, che credo sia conservata nel museo a lui dedicato. La portava sempre ai concerti, e determinava la postura in basso della sua seduta, così come, più fondamentalmente, il suo modo di suonare. Oltre alla sedia, ci sono altre piccole cose di cui non si dà sufficientemente conto quando si parla del lavoro creativo: quale marca di thè si beva, se si ami o meno il caffè, quali sigarette, accendini, il tipo di matite, la luce nella camera, se si ascolta musica, radio, o si ha bisogno del più assoluto silenzio… Si lavora di giorno, di notte? Si pratica sport? Si assumono droghe, tranquillanti, psicofarmaci? Derrida chiedeva di sapere quale fosse il rapporto di Heidegger col sesso; (quest’ultimo che aveva detto di Aristotele: «visse, lavorò e morì»…). Non si fa filosofia che con le astrazioni, può ben darsi, ma quella stessa teoria astratta che si è pensata con quale matita, penna, pc è stata scritta? È davvero indifferente sapere se il tavolino da studio sia in una augusta biblioteca o accanto al frigorifero? Attenzione: non sto parlando di curiosità, ma dell’essenziale. Un filosofo che scrive di notte si sente: l’ossessione per l’insonnia di Cioran o per il primo Levinas non può essere casuale; per non parlare delle famose «cattive digestioni» (sic) di Nietzsche…
Dunque, la notizia è questa: ho una nuova sedia (arrivata per corriere, con un certo sproporzionato ritardo, per la verità) sarò più comodo e scriverò. Forse scriverò anche qui sopra (bagattelle), oppure chissà, leggerò solo l’ultimo libro che mi capiterà di leggere.
Del mio rapporto con la moca parlerò in seguito 🙂