L’ Alta velocità avanza, a dispetto della Vandea valsusina. Inizia l’ orario estivo e la linea AV Milano-Roma ha da oggi due nuove stazioni in Emilia, quella sotterranea di Bologna e quella di Reggio, altrimenti detta “Mediopadana”.
Bellissima quest’ ultima, vicino ai ponti che già aveva progettato per lo scavalcamento dell’ A1, l’ architetto Santiago Calatrava ha firmato un altro capolavoro nelle campagne padane, a riscattare il mediocre ponte sul Canal Grande. Non c’ era stretto bisogno della stazione Mediopadana, la cui costruzione è stata piuttosto il pedaggio da pagare per ottenere il benestare degli Enti locali, che in Veneto bloccano la costruzione della Verona-Padova e vicino a Modena hanno imposto una curva dal raggio così stretto da rallentare i treni.
A priori l’ Alta Velocità dovrebbe collegare i soli centri principali, che hanno un’ ampia popolazione in grado di riempire treni capienti in partenza a frequenze ravvicinate, secondo il modello felicemente descritto come “metropolitana d’ Italia”. Ogni fermata aggiuntiva allunga i tempi, ma i treni sono ormai così tanti che non si crea gran danno se qualcuno di loro fa una fermata in più, chi non gradisce sceglierà il treno precedente o il successivo.
Reggio Emilia è da oggi a 40 minuti da Milano e a 20 da Bologna, rendendo più facili sia gli spostamenti d’ affari che il pendolarismo a grande distanza. La stazione AV è stata costruita fuori dall’ abitato, vicino al casello dell’ Autostrada del Sole, come se fosse un aeroporto al servizio di un’ ampia zona circostante e non della sola Reggio. Chi viene da fuori non deve perdere tempo nell’ attraversamento urbano e sarà la soluzione ideale e veloce per raggiungere Roma e Napoli, nonché Firenze, Salerno e Torino dove però si andrà solo con italo.
La stazione AV di Bologna, costruita sotto quella Centrale, lima 3 minuti dal viaggio Milano-Bologna e 5 dal Milano-Firenze. I Frecciarossa Milano-Roma non diretti “spenderanno” questi 5 minuti guadagnati nell’ aggiunta della fermata Roma Tiburtina.
Anche la circolazione degli altri treni nell’ area bolognese sarà più facile e regolare, perché non subiranno più l’ interferenza da parte di nessun treno ad Alta Velocità in viaggio sulla direttrice Milano-Firenze. I non stop Milano-Roma percorrevano già da qualche mese la linea sotterranea, da oggi anche quelli che a Bologna fermano lasceranno spazio, binari, scambi e tracce ai treni tradizionali, compresi quelli dei pendolari che spesso e in modo molto miope ritengono che la TAV a loro non serva.
La necessità di ottenere il consenso locale tramite la corresponsione di enormi oneri compensativi, a cui la legge non pone limiti, ha portato alle stelle il costo della nostra Alta Velocità. Lo Stato, che ha stretto i cordoni della borsa, ha lasciato però liberi gli Enti locali di “taglieggiare” chi costruiva l’ AV e ottenere così scuole, stadi, strade, fognature etc. che con la finanza ordinaria non avrebbe mai più potuto ottenere. I soldi così spesi sono naturalmente venuti a mancare al progetto vero e proprio e con grande miopia non si è fatto in modo che nella linea sotterranea bolognese passassero anche i treni AV che da Milano vanno verso l’ Adriatico. Invece che un lavoro fatto a regola d’ arte nel nodo ferroviario di Bologna, che è il più importante del Paese, lasceremo un’ eredità parziale a figli, nipoti e pronipoti.
Al disegno complessivo dell’ AV italiana mancano ancora pezzi importanti: la Milano-Roma sarà completa solo con l’ analogo attraversamento sotterraneo di Firenze, i cui lavori sono iniziati in grave ritardo per l’ opposizione delle frange medievaliste, arrivate a dire che le vibrazioni dei treni, da cinquecento metri di distanza, avrebbero messo a rischio il David di Michelangelo, posto su un piedistallo antisismico!
Il popolo però vota coi piedi e quei piedi salgono sempre più numerosi sui treni dell’ Alta Velocità, che si sta dimostrando uno strumento versatile. Non c’ è più solo il servizio fra le metropoli, ma nascono anche collegamenti dalle città minori a Roma e Milano, che sono le principali destinazioni d’ affari.
Da poco è stato inaugurato un Frecciarossa mattutino che permette di recarsi a Milano da Ancona, Pesaro e Rimini e da oggi fermerà anche a Forlì e nella nuova stazione di Reggio Emilia, garantendo almeno tre quarti d’ ora di vantaggio sui treni tradizionali. Insieme al treno di ritorno, che lascia Milano Centrale alle 17.45, taglia un’ ora e mezzo di viaggio e stanchezza dalla trasferta d’ affari sotto la Madonnina.
Quel treno avrebbe dovuto avere da oggi un equivalente estivo nella direzione inversa, con fermate anche a Riccione, Cattolica, Fano e Senigallia, per servire il traffico turistico da Milano alla Riviera adriatica e marchigiana. Con uno scarno comunicato a soli due giorni dal via e migliaia di biglietti venduti da tempo, Trenitalia ha inspiegabilmente cancellato le fermate balneari, sostituendole con Forlì.
Come sottolinea il consulente turistico Alessandro Cirillo, si tratta di un danno serio per le spiagge adriatiche e soprattutto di una pessima figura di Trenitalia con i suoi passeggeri, verosimilmente non ancora visti come clienti. La maggior parte di loro avrà appreso della cancellazione del proprio treno soltanto sui marciapiedi dei binari di Milano Centrale.
Probabilmente sarà la concorrenza di italo a obbligare ad atteggiamenti più sensibili verso i consumatori, quando fra qualche mese saranno finiti i lavori di adattamento alla stazione di Rimini, necessari a consentire la fermata dei treni di NTV.
La AV va e va bene, anche se devasta i conti delle linee aeree, che a partire da Alitalia vedono scemare il traffico nazionale, sempre più confinato alle tratte verso le isole e le zone geograficamente più periferiche, non servite dai treni veloci: Genova, Trieste, Puglia e Calabria. Il medesimo Stato che stava costruendo l’ Alta Velocità ha privatizzato Alitalia secondo un business plan che faceva perno sui voli interni, la cui domanda sarebbe stata massacrata dall’ Alta Velocità stessa. Ora dovrà correre, a portafoglio aperto, al capezzale della linea aerea. E c’ è ancora chi è convinto che noi Italiani siamo furbi…
Chissà se i media smetteranno di riferire soltanto degli incidenti della Val di Susa e degli sproloqui qualunquisti di Beppe Grillo, per cui l’ AV non servirebbe a niente, se non solo ai politici per rubare eccetera eccetera. La realtà dimostra il contrario e dimostra anche che, ascoltando Beppe Grillo, potremo avere solo una decrescita infelice.
Pur con un demente eccesso di costi, frutto del modo demente in cui la politica italiana compra il consenso di cittadini privi di senso civico, l’ Alta Velocità è l’ azione costruttiva più importante degli ultimi decenni, qualcosa che cambia in meglio non solo il modo di viaggiare, ma il modo di lavorare e di vivere nel nostro Paese. Auguriamoci che cessino le lotte fra i campanili veneti che hanno fin qui impedito di completare la grande T e che partano presto i lavori fra Brescia e Padova, in modo da avere l’ AV anche da Torino a Venezia.
CETERVM CENSEO LINATE ESSE DELENDAM