Ci sono personaggi che ti entrano nella testa e non van più via. Arturo, per me, è stato uno di questi, come piccolo grande protagonista del documentario Il Passaggio della Linea di Pietro Marcello, un film sui treni notturni a lunga percorrenza da nord a sud Italia e viceversa.
Arturo Nicolodi, questo il suo cognome, è morto qualche giorno fa. Da uomo libero qual era, aveva deciso di condurre una vita da barbone, passando le giornate nei corridoi della Libera Università di Bolzano e dormendo di notte sui treni: la sua tratta preferita era Bolzano-Bologna. “Esprimere le proprie idee è sempre un pericolo”, diceva Arturo. Per quelle sue idee finì anche in un campo di concentramento in Polonia con lo scrittore Giovannino Guareschi. Tornato a Bolzano, fondò il partito Nuova Europa e più volte venne arrestato per aver strappato in segno di protesta la sua carta d’identità e per aver offeso il presidente della Repubblica Einaudi. A 97 anni Arturo ha concluso il suo viaggio terreno per spiccare il volo, sempre e comunque da uomo libero. Buon viaggio.