Presentato il nuovo Piano Industriale Alitalia 2013/16. Per ora un brevissimo commento. Nessun coniglio è uscito dal cilindro del nuovo Amministratore Delegato Del Torchio, più che “piano” sembra uno studio interno che serve a proporre delle alternative tra cui decidere, è bizzarro che si sia pubblicamente presentato un “work in progress”.
Prevede misure in buona parte positive, ma certo assolutamente insufficienti a raggiungere l’utile nel 2016 come invece è promesso. Quell’obiettivo sarà mancato come lo sono stati i precedenti.
Lo schema è il solito già visto: perdita quest’ anno, l’anno prossimo pareggio operativo, fra due anni pareggio e fra tre anni profitto. Fra quattro anni nuovo piano con le stesse promesse da marinaio. Senza lilleri non si lallera. Da notare la necessità conclamata di trovare soldi, tanti soldi e subito, per sopravvivere fino al panettone di Natale e proprio non si sa chi li darebbe generosamente.
La notizia che è mancata? Il nuovo fidanzato danaroso che prenda il posto di Air France, indispensabile per andare oltre il tirare a campare.
Insomma un ottimo lavoro di fitness e makeup su un malato grave, probabilmente propedeutico alla richiesta di intervento finanziario para-pubblico di cui questo Piano e la sua promessa di profitti saranno la foglia di fico.
Il rischio concreto è che nuovamente tanti soldi degli Italiani saranno buttati in un pozzo senza fondo. Per Alitalia probabilmente è too little, too late. Queste misure non bastano, ci vorrebbe un salto dimensionale finanziato da un partner disposto a investire miliardi per sviluppare il traffico intercontinentale in Italia. l’alternativa è un più o meno lento declino e la chiusura.
CETERVM CENSEO LINATE ESSE DELENDAM