Clima incandescente tra i comuni e il governo per la situazione in cui versano i bilanci comunali. La questione è ormai nota da anni: dopo i tagli c’è sempre il vincolo del patto di stabilità con le amministrazioni comunali che si ritrovano a non poter usare soldi che spesso hanno in cassa. Dopo la riunione dell’Anci Lombardia, in caso di mancato incontro con il governo di Enrico Letta nei prossimi giorni, sono in cantiere “proteste eclatanti”. Ma intanto c’è anche fibrillazione nel centrosinistra, con il timore che le proteste di sindaci rossi e arancione possano indebolire l’esecutivo di larghe intese.
C’è l’idea di “non chiudere i bilanci” o ancora di “scioperare, mettendo a repentaglio i servizi comunali”. Forse, però, ce ne sarebbe una di forma di protesta, meno traumatica, che spiazzerebbe l’esecutivo, mettendo d’accordo i sindaci di centrosinistra e quelli di centrodestra: colpire le entrate dello Stato smettendo di fumare o di giocare a lotto e affini. Se il sindaco di Milano Giuliano Pisapia e gli altri primi cittadini si opponessero al governo Letta come fecero i milanesi con gli austriaci nel gennaio del 1848 prima delle storiche Cinque Giornate?
L’idea di adottare uno sciopero del tabacco e del gioco del lotto è stata rilanciata in queste ore dal giornalista Filippo Azimonti sul suo blog: “Ricordate lo sciopero del fumo praticato dal 1 al 4 gennaio 1848 contro le tasse degli austriaci, giornate che si indicano come l’avvisaglia delle Cinque Giornate?” si legge “I fumatori a Milano sono circa 280mila e ogni giorno versano nelle casse dello Stato 1,2 milioni di euro. Se ognuno di loro rinunciasse a 5 “bionde” negherebbe allo Stato 1 euro, 282mila in un solo giorno”.
E poi aggiunge Azimonti: “Ci guadagnerebbe in salute e porterebbe il sorriso sul volto della ministra Beatrice Lorenzin. Poi potrebbe rinunciare a un gratta e vinci, al Lotto, alle slot (è vero, lo proponeva Umberto Bossi nel 2007, ma non tutto quello che dice la Lega è necessariamente insensato). Lo Stato manderebbe allora in giro i suoi poliziotti a fumare sigari, bere cognac e giocare alle macchinette come fecero le giacche bianche di Radetzky? C’è da dubitarne, anche se tutto è possibile”.
La proposta è provocatoria, ma potrebbe rientrare in una di quelle forme di protesta “eclatanti” che proprio Pisapia ha minacciato in queste ore per chiedere un incontro al governo Letta. Del resto, anche oggi c’è stato l’ennesimo, forse l’ultimo appello al Governo perchè “ascolti le richieste dei Comuni”, o la reazione sarà “pronta ad arrivare ad un punto di non ritorno” perchè sia “un segnale forte per dire che non ce la facciamo piu'”. Pisapia, non ha ancora chiuso la porta a un confronto con l’esecutivo ma ha spiegato che si è pronti a tutto: “la reazione dipenderà dagli interlocutori. Se le decisioni non dovessero tenere conto della situazione generale e delle nostre richieste che sono ragionevoli, è evidente che ci sarà una presa di posizione eclatante”.