Ho mal di testa. Sono andata a letto alle 9 rendendo buio perfino l’oscurabile. Impossibile, dite voi. Si dice che le tenebre facciano riposare il cervello dai continui stimoli luminosi, compresi quelli provenienti dagli stramaledettissimi cellulari. Ho cercato di dormire ma poi un omino dentro il ginocchio ha cominciato a lanciarmi delle sciabolate, e dopo un po’ pure lo stomaco s’è accartocciato. Ah, forse ho fame. Ho preso due pezzi di formaggio, me li sono messi su un tovagliolo bianco e me li sono portati a letto.
Il mal di testa violento, come altre dolorose manifestazioni, in genere, mi fa dare i numeri. Pensa se ci s’accoppia il mal di ginocchio. I poeti si facevano d’oppio per scrivere, io mi faccio violentare da emicranie e spine nel menisco per partorire cose.
Ho comunicato al mondo che sarei andata a letto già due ore fa, ma era una balla. Apro il mac, sono le 24,00 e ho un pezzo di formaggio in bocca e penso che è tutta la sera che ho in mente questa frase: “Avrei voluto: voce del verbo ‘non è successo'”. Non posso dormire senza scriverci su qualcosa. E chissà cosa.