Portineria MilanoBerlusconi è ancora Cavaliere: al governo Letta va bene

La condanna definitiva per frode fiscale sui diritti tv Mediaset non ha avuto effetti sullo status di "Cavaliere del Lavoro" di Silvio Berlusconi. Il motivo? Il ministro per lo Sviluppo Economico F...

La condanna definitiva per frode fiscale sui diritti tv Mediaset non ha avuto effetti sullo status di “Cavaliere del Lavoro” di Silvio Berlusconi. Il motivo? Il ministro per lo Sviluppo Economico Flavio Zanonato non ne ha fatto richiesta al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. In sostanza, al governo non si sono posti neppure il problema. L’ex premier fu insignito del titolo il 2 giugno del 1977 dal presidente Giovanni Leone per i suoi alti meriti nel settore economico. Perché – come recita il sito della Federazione dei Cavalieri del Lavoro – «gli imprenditori insigniti di questa onorificenza, dalla sua istituzione ai nostri giorni, rappresentano l’élite imprenditoriale del paese.
L’Ordine al “Merito del Lavoro” premia l’insignito non solo per una specifica attività intrapresa, ma lo vincola ad un impegno etico e sociale volto al miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro del paese».

Dopo la condanna definitiva in Cassazione nel processo Mediaset, da più parti, nella società economica, civile e politica ci si è domandati se il titolo di Cavaliere spettasse ancora all’ex presidente del Consiglio o se fosse meglio revocarlo. Il meccanismo di revoca non è così automatico. O meglio basterebbe appunto una decisione da parte del governo, come nel caso di Calisto Tanzi, ex patron Parmalat, a cui fu tolto il titolo nel giro di un mese: la decisione spetta al ministro per lo Sviluppo Economico  e poi al Capo dello Stato. 

La questione è complessa. Investe in pieno il governo di Enrico Letta. In particolare il ministro per lo Sviluppo Economico Flavio Zanonato. Il presidente della Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro, Benito Benedini, anche lui a Cernobbio al Forum Ambrosetti, ha chiarito che la questione è regolamentata dalla legge numero 194 del 15 maggio 1986. La norma stabilisce che «incorre nella perdita dell’onorificenza l’insignito che se ne renda indegno». Ma l’eventuale revoca dell’onorificenza di Cavaliere per Berlusconi, ha precisato ancora Benedini, «è demandata al ministro dello Sviluppo Economico e deve essere approvata dal presidente della Repubblica». 

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