Gay Warriors in a series of portraits of same-sex couples in the US military – photo by Tatjana Plitt – from the website Pride Photo Award
Che sensazione vi provoca questa immagine?
La presidente della Camera Laura Boldrini critica il sessimo degli spot televisivi per cui la donna è quasi sempre servile, o mercificata.
Sulla scia delle polemiche innescate dalle dichiarazione della Boldrini, Guido Barilla, presidente del gruppo Barilla dichiara alla zanzara su radio 24 «Non farei mai uno spot con una famiglia omosessuale, non per mancanza di
rispetto ma perché non la penso come loro, la nostra è una famiglia classica dove la donna ha un ruolo fondamentale. Noi abbiamo un concetto differente rispetto alla famiglia gay. Per noi il concetto di famiglia sacrale rimane un valore fondamentale dell’azienda»
Gay Warriors in a series of portraits of same-sex couples in the US military – photo by Tatjana Plitt – from the website Pride Photo Award
Le parole di Barilla innestano un tormentone web, c’è chi (immediatamente identificato come “lobby gay”) lancia una campagna per boicottare i prodotti Barilla, chi si scandalizza di tanta attenzione all’avvenimento “con i problemi che ha l’Italia in questo momento perchè mai sprecare tempo per la pasta e le dichiarazioni di Barilla”, e ci sono poi i grandi pensatori che quotidianamente si occupano di gossip che ci spiegano che in fondo l’unico vero errore di Barilla è quello di avere parlato pubblicamente delle sue strategie di marketing.
Le ovvietà di sprecano.
“The pink choice” – photo by Hai Thanh Nguyen – from the website Pride Photo Award
La verità è che in Italia, molto più che altrove, regna l’ipocrisia per cui “i gay facciano pure quello che vogliono basta che non distubino gli altri” e le donne non abbiamo ancora capito se vogliamo che friggano sorridenti i sofficini o vadano in giro seminude a tappare le falle della doccia con la colla.
“Good old Gays” photo by Paul Koeleman – from the website Pride Photo Award
Ci scandalizziamo delle frasi della Boldrini, ci scandalizziamo dell’attenzione concessa alle dichiarazioni di Barilla, come se fossero argomenti vetusti e polverosi.
E’ vero lo sono, ma ciò non li rende meno attuali, se ne parla da decenni, ma è forse cambiato qualcosa?
“Gendernormality” photo by Chloe Meynie – from the website Pride Photo Award
Il progresso, la liberazione da certi cliché maschilisti, l’accettazione della diversità, passa anche e – forse – sopratutto attraverso la patente di normalità che certi canali mediatici mainstream possono garantire.
Se è vero che la pubblicità lavora sul nostro inconscio allora se in TV da McDonalds vediamo un ragazzino gay di 16 anni a pranzare con il padre e su una twingo azzurra partono due gay appena sposati, ecco forse solo allora certe categorie smetteranno davvero di essere discriminate.
“Leaving one’s tribe” photo by Anna Wahlgren – from the website Pride Photo Award
Certo che in Italia al momento attuale ci sono problemi più gravi ma attenzione perché questo tipo di ragionamento porta al qualunquismo, va a braccetto con chi crede che la turpiloquente condotta dei politici nel privato non dovrebbe avere ripercussioni nell’arena pubblica.
E poi basta! Quante volte la “crisi” viene usata come scusa per non affrontare problemi altrettanto seri di quelli economici? I diritti civili hanno uguale se non maggiore importanza dei diritti “economici”.
Diffidate sempre di chi parla di “problemi piu gravi”.
“Gender as a Performance” photo by Chris Rijksen, The Netherlands WINNER OF THE PRIDE PHOTO AWARD 2012 – from the website Pride Photo Award
Parafrasando la famosa frase di Ghandi sugli animali, credo che “la grandezza e il progresso morale di una nazione si possano giudicare dal modo in cui tratta le minoranze sessuali”, non scandalizziamoci quindi se il mondo anglofono che offre il miglior ambiente giuridico per trans, lesbiche, gay e bisessuali, ha reagito pesantemente alle dichiarazioni di Barilla, perché si innestano in una condizione culturale, quella italiana, già fortemente percepita come maschilista ed omofoba.
Philippine photographer Cindy Aquino is the winner of the Pride Photo Award 2013 with a photo from her series ‘Bond’- from the website Pride Photo Award
Le immagini che ho pubblicato in questo post sono tutte prese dal sito del Pride Photo Award, un concorso annuale internazionale il cui scopo è proprio quello di mostrare la realtà dell’universo LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transgender), la sua varietà, come contraltare alla rappresentazione stantia e stereotipata degli stessi nei media.
Persecution of Homosexuality in Uganda – photo by Benedicte Desrus/SIPA press- from the website Pride Photo Award
Consiglio a tutti di farsi un giro su questo sito, soprattutto alle famigliole del mulino bianco, qualora ne esistesse ancora qualcuna.