’O pernacchioGiugliano di Napoli: 20 km impossibili da bonificare

«Ve l'avevamo detto»: quattro parole terribile, che spesso sarebbe meglio non pronunciare. Perché avere ragione, delle volte, fa più male che avere torto. Prendete Giugliano, prendete lo studio fat...

«Ve l’avevamo detto»: quattro parole terribile, che spesso sarebbe meglio non pronunciare. Perché avere ragione, delle volte, fa più male che avere torto. Prendete Giugliano, prendete lo studio fatto dall’Istituto superiore della Sanità e capirete: 220 ettari di veleni senza possibilità di bonifica, altri 2000 circostanti contaminati da sostanze cancerogene. Il Commissario De Biase, dopo la storia dei cavoli gialli, ci va cauto: «realisticamente la bonifica appare impossibile. Per legge bisognerebbe raccogliere tutti i materiali, rimuoverli e trasportarli altrove. Stesso discorso vale per le acque. Un’impresa proibitiva».

Non è un fosso, un sacco di monnezza nascosto; plastica e alluminio accatastati e seppelliti alla peggio. È veleno, veleno vero, di quello che uccide e che non si lava via. Una macchia indelebile, profonda, che ha contaminato più di 20 km quadrati, quasi quanto 2600 campi di calcio. Dove una volta c’era il Resit, oggi non c’è niente: letteralmente però, una sentenza che sa di sconfitta oltre che di condanna. E mentre in tanti, un po’ ovunque, continuano a sminuire gli eventi, a parlarne come se si parlasse del più e del meno, al Governo il Ministro De Girolamo istituisce un apposito Osservatorio per monitorare e – si spera – bonificare. Tutto questo in contemporanea con la manifestazione di ieri a Giugliano contro l’Inceneritore: la voce di un popolo, affranta, debole, rauca, che si leva contro l’ennesimo mostro ecologico.

«Ve l’avevamo detto» viene da ripetere. «Ve l’avevamo detto che finiva così, che la storia era questa; che non era una nostra invenzione, che qui si muore, ma muore veramente». Che è un male della terra, dell’acqua, della carne. Persino prendere un respiro profondo, prima di riprovarci, fa male: una fitta al petto, un misto di veleni, della mente e dell’uomo, che ti brucia dentro, che corrompe qualsiasi cosa. Un re Mida senza oro, ma che inquina tutto ciò con cui entra in contatto.

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