THE BLAIR MUM PROJECT: blog di una mamma (e figlia) a LondraMilan Fashion Week taaaaaccccccc

C'è qualcosa di umiliante nel girellare per le sfilate di Milano, all'apice della settimana della moda, o meglio, della Fashion Week, con il mio amico nonché collega, FB. Arriviamo. Generalmente al...

C’è qualcosa di umiliante nel girellare per le sfilate di Milano, all’apice della settimana della moda, o meglio, della Fashion Week, con il mio amico nonché collega, FB.
Arriviamo. Generalmente all’ultimo minuto, trafelati dopo l’ennesimo meeting. Lui arruffato, scompigliato e vago. Fico. Io arruffata, scompigliata e vaga. Non figa. Perché quel che vale per l’uomo, non necessariamente vale anche per la donna. Trattasi di canoni estetici, di trends, chiamateli come volete. Il mio stile generalmente è un misto tra grunge e anni ’70, cioè Kurt Cobain e le Charlie’s Angels. Che ci volete fare. Lui invece è un Hipster a palla, a manetta, a foho, insomma di brutto. Camicia abbottonata, jeans stretti, barba e occhiali scuri, tutto scuro. Quindi, scendiamo dal taxi, osserviamo la folla in coda davanti a noi, improvvisamente uno sciame di fotografi si avvicina, a rallentatore do’ un colpo di testa alla mia chioma spettinata per farla roteare, con una mano mi tolgo gli occhiali da sole, e ammicco un sorriso a 36 denti bianchi e brillanti: una diva del cinema della miglior specie. I paparazzi si avvicinano, poi ecco che esce lui, l’uomo Hipster, vago, vaghissimo, scompigliato, arruffato, quasi scocciato. “Signorina la prego, si potrebbe spostare un po’? No no, non più vicina, più lontana….ecco, si, così, brava, si tolga proprio”.
Quindi, allontanata dall’obiettivo, assisto incredula ad una pioggia di flash per…..un uomo. Ma come, ma dove siamo finiti, ma così mi offendete, non potete non fotografare una donna, e non potete non fotografare una donna soprattutto se fotografate l’uomo che è con lei. No dico, esiste Photoshop eh? Fotografatemi, poi a casa mi cancellate se proprio volete, no?
Un insulto bello e buono che ogni volta abbassa l’asticella della mia autostima.
Una volta ero fidanzata col super mega modello di Prada, Gucci, ecc, e non c’era verso di girare tranquilli per Londra che ogni due per due venivamo fermati. Cioè lui. Poi, quando ancora diciottenne lavoravo in una casa di produzione cinematografica mentre studiavo all’università, o non mi prendono il fidanzato per fare una pubblicità? Cartelloni in tutta la città formato 3 metri x 3 metri. Scacco matto. Che poi nella pubblicità, si pomiciava una, non poteva pomiciarsi con me? Quindi cartelloni pubblicitari formato Versailles col mio fidanzato fico abbarbicato ad una. Partii per NY dopo aver visto il primo (e lui mi raggiunse).
Ma insomma, la verità è che anche stasera, domani e dopo domani, arriverò alle sfilate col mio amico FB e, come al solito, fotograferanno lui. Brutto Francesco, brutto. Non si fa così. Meno male che durante questo soggiorno Milano-moda-sushi-aperitivo-mezzi-come stai?-abbastanzaaaaa-taaac, sono ospite dalla mia amica Bizzi, la mia Bizuccina che mi coccola che manco 20 anni di terapia potrebbero essere più efficaci. Intanto mi prepara il suo bel lettone morbido morbido grande grande. Poi tisana e boulle dell’acqua calda. Segue sessione di grattini, chiacchiere e sogni. Torno diciottenne in pratica. Quando avevo 14 anni e facevo forca a scuola, mi presentavo tutte le mattine a casa sua. Driiiiiin. Chi è? Buongiorno Sig. Nicodemo, sono Allegra. Allegra? di nuovo? Devi andare a scuola, basta marinare. Ha ragione Sig. Nicodemo, se mi apre le spiego. Lui apriva, ed io sgattaiolavo dentro, dritta verso la camera da letto di Bizzi, per dormire qualche ora in più. Bizzi, MT, Costi, Guido e Freddy hanno vissuto altre cento vite, insieme a me, ai miei disastri, alle mie punizioni eterne, alle mie forche, ai miei amori travagliati e passionali. E siccome nessuno mi fotografera’ in questi giorni, c’ho pensato da sola. Tie’.

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