«Per la realizzazione della manifestazione la Municipalità intende individuare, senza alcun onere e/o costo a carico dell’ente, un soggetto che curi la comunicazione e la promozione degli eventi inseriti nel programma di “Vomero Notte 2013″». Siamo a – indovinate! – Napoli; la V Municipalità, quella del quartiere Vomero Arenella, sta preparando la Notte Bianca per il prossimo 12 ottobre e online è stato pubblicato il bando ufficiale: si cercano lavoratori ma – attenzione – devono essere lavoratori aggratis. È il sottoparagrafo “Comunicazione e Promozione della Manifestazione” che lascia perplessi: più di una volta e il più chiaramente possibile, l’organizzazione mette le mani avanti: vogliamo esperti, vogliamo gente che se ne sappia occupare, ma non siamo intenzionati a pagare. Tutti i costi se li dovrà accollare il nostro buon samaritano. E perché? Per la visibilità, l’occasione e – secondo i signori della Municipalità – per la pubblicità positiva. Lavorare gratis: è veramente questa la risposta alla crisi?
Più che al presidente della V Municipalità Mario Coppeto, a me viene voglia di rivolgermi a Luigi De Magistris, il sindaco. Che, per carità, di questa cosa ne saprà quanto me, visto che non parte dal suo ufficio, ma un minimo di attenzione, prima della pubblicazione di un bando simile, poteva averla. Stiamo parlando della Notte Bianca, lo stesso evento che l’anno scorso, tra urla e schiamazzi, ha portato al quartiere Vomero Arenella più di 400 mila presenze in una notte. Quindi soldi, economia, belle speranze. L’iniziativa dell’anno scorso era stata organizzata con il supporto dei commercianti, uniti contro il racket della camorra. Quest’anno invece sembra più un elemosinare a testa bassa e schiena ingobbita, un “aiutateci per piacere” più che un “rialziamoci insieme”.
Su Internet, potete immaginarlo, è scoppiato un vero e proprio caso, tra chi si dice indignato e chi semplicemente incredulo. Qualcuno avanza un’ipotesi: il bando sarà deserto, per questo potranno assegnare l’incarico, dietro compenso, per direttissima. Io spero di no – e lo dico accollandomi i problemi di una generazione intera, quella nuova, precaria, che deve sentirsi trattata così, al ribasso, come se di lavoratori specializzati e professionisti fosse pieno il mondo, e come se lavorare gratuitamente fosse meglio di non lavorare affatto.
Sono perfettamente d’accordo nel voler limitare i costi e le spese; una città non si risolleva e risana solo con i progetti e le iniziative, ma pure stringendo la cinta, trattendo per un po’ (un bel po’) il fiato. Eppure il “cercasi responsabile gratis” pesa, pesa come un macigno. Più che una proposta, pare uno sfotto’. Per me e per tutti quelli come me, precari e abbandonati nel limbo dei lavori sottopagati e trascinati per mesi e mesi senza l’ombra di un compenso. Sarebbe bello, e dico seriamente, se qualcuno rispondesse a questo bando e dicesse “sì, me ne occupo io”. Sarebbe veramente bello. Perché a quel punto sapresti che c’è gente ancora innamorata della propria città. Ma sarebbe anche assurdo: il lavoro nobilita l’uomo, quantomeno dovrebbe nobilitarlo; il non essere pagati, invece, no.
Twitter: @jan_novantuno