Al ritorno dalle ferie pubblico questo post che mi avvelenato l’inizio (vedi immagine). Purtroppo non ho potuto fare prima perché la giraffa non prendeva. Comunque, l’ignoranza è sempre di moda.
Upington, Sudafrica, 23 Agosto 2013. Inizio delle vacanze. Torniamo nel Kalahari alla ricerca dei leoni dalla criniera nera. L’ultima volta siamo stati qui, da turisti per caso, costretti a un safari a bordo di una Polo, gloriosa ma inadatta. Oggi dovremmo avere un fuoristrada, e potremo tentare il Leeudril, il sentiero dei leoni. E ci godremo lo spettacolo. Ma sono partito di malavoglia. Quale spettacolo migliore della politica italiana? Me ne vado proprio ora che la cosa si fa spettacolare. Si è svegliato il leone Berluscone, il branco è ancora suo e ogni mattina delimita il territorio con esternazioni. Ho lasciato l’Italia su una gaffe clamorosa, la parabola di quello che da una barca butta in mare l’altro, e la barca sbanda. La gaffe perfetta, in un paese in cui ogni tanto poveracci vengono buttati in mare e affogano. Quale paragone migliore? Scafisti, non gettate la gente in mare, che la barca sbanda! Un paragone di un’inappropriatezza come fare un safari a bordo di una polo. E io lascio un paese di un trash così spettacolare per una gita nel deserto? Senza wifi, senza tv? Should I stay or should I go now? Vado. In fondo questo è trash, sebbene di autore, e quella è natura. Poi, nota personale: nell’anno in cui ho tentato di portare mia madre al mare e mi ha dato buca, dare anche buca a me stesso e pagare le ferie per tutti per rimanere tutti a casa mi sembra da coglione.
Quindi parto, ma l’Italia mi insegue, e altro trash mi raggiunge sull’aereo. Mentre ascolto Janis Joplin, e ho aperto un libro di Ennio Flaiano che è stato estratto a caso per accompagnarmi nel deserto, una solerte hostess mi offre una copia del Corriere della Sera, che oggi non avevo letto. E lì mi raggiunge un olezzo di trash cui è difficile credere. Ed è assolutamente impossibile indovinare chi l’ha sganciato. Con la coda dell’occhio, un titolo: “Fermate il nuovo Monopoly. Inneggia alla finanza irresponsabile”. E’ un pezzo satirico, suppongo. No, perché la sezione è intitolata: “La lettera”. E chi l’ha scritta? Un comico, un genitore preoccupato? E com’è che gliela pubblicano in una sezione speciale, e non tra le lettere? Ed ecco l’incredibile. La lettera è firmata da sette deputati del PD, che meritano di essere menzionati: Michele Anzaldi, Marinal Berlinghieri, Matteo Biffoni, Luigi Bobba, Lorenza Bonaccorsi, Federico Gelli, Ernesto Magorno. La lettera è inviata all’Ambasciatore degli Stati Uniti da questi esperti. Leggetevela, se volete smettere di votare PD. Citazioni qua e là di Obama, e poi l’affondo contro il turpe gioco del Monopoli. Sembra che nella nuova versione: “le proprietà immobiliari sono sostituite da pacchetti azionari di grandi multinazionali. Si passa dall’acquisto di immobili alla speculazione in Borsa”. Dov’è la busta per il vomito? Perché serve per il resto. Proseguo a leggere e trovo che “inoltre, novità decisamente preoccupante, sarebbe stata abolita la casella della ‘prigione'”. Colpo di genio, perché un gioco per essere istruttivo deve prevedere dei reati. “In prigione, in prigione, e che ti serva da lezione”! Questo il pensiero profondo dei migliori del PD, di quelli che hanno vinto le primarie.
Sebbene commentare queste parole sia facile come fare lezione ai tifosi di curva di uno stadio, turiamoci il naso e proviamoci. I Magnifici Sette non sanno che la crisi è provenuta dal trading di titoli illiquidi, basati sul settore immobiliare, e che la “speculazione in Borsa” non c’entra niente? Sanno i Magnifici Sette come è nata e come si è diffusa la crisi? Sanno cos’è una tranche senior, e in cosa è diversa da una tranche equity o mezzanina? E cos’è un “attachment”? E cos’è una SIV? E cosa hanno in comune una SIV e il caso Enron? E in cosa è diversa la crisi del 2008 da quella della prima settimana di maggio del 2005? E che relazione c’è tra “fair value” e “market value”? E se le autorità contabili hanno una rappresentazione chiara di questa differenza? E quando ci hanno spiegato tutto questo, ci spieghino cosa c’entra la borsa. O forse ce l’hanno con il lunedì nero del 1987? Io l’ho vissuto da studente a Liberty Place, dietro Wall Street, ricordo che già da quel pomeriggio e per tutti gli anni successivi, nessuno al mondo ha capito ancora cosa sia successo. Ma almeno allora il problema era veramente la Borsa, mentre la crisi del 2008 viene dal capitale di debito, se i Magnifici Sette conoscono la differenza, e da capitale di debito a alto contenuto sistemico. Insomma, la borsa non c’entra niente, e se mai i revisionisti del Monopoli hanno aggiunto un aspetto educativo: se devi investire, investi su titoli liquidi. Insomma, questa lettera all’Ambasciatore degli Stati Uniti avrebbe potuto essere scritta da un bar, e invece viene da Monte Citorio.
Cosa suggerire ai Magnifici Sette nel poco tempo che resta a questa legislatura così sciagurata? Fare le regole per la finanza? Io lascerei perdere. Ma poiché sembra che i nostri paladini si dilettino di giochi di società, posso sommessamente ricordare che un posto importante per chi si occupa di finanza è occupato dal Lego? La finanza strutturata è fatta componendo prodotti complessi con mattoncini elementari. Si chiama portafoglio di replica. Metti insieme un debito con un swap fisso contro variabile. e sei coperto, fai l’opposto e sei un fottuto speculatore. Anche qui la borsa non c’entra nulla, ma almeno questo avrebbe qualche cosa a che vedere con la crisi. Inoltre, mi sembra di ricordare un articolo dell’Economist di anni fa che diceva che il Lego veniva utilizzato in qualche corso executive in Svizzera. Considerino bene la cosa, gli “indignados de noantri” della colonna speciale giochi di società. Tutto questo prima di aver approfondito il Monopoli, ovviamente. Soprattutto, si avverte l’imperativo categorico di approfondire questa storia che è sparita la prigione. Io la butto là: che tra le azioni previste non ci siano reati? Roba del tipo: volta la carta, e: “hai commesso frode fiscale”, “hai fatto falso in bilancio”, “sei in conflitto di interessi”? Per questa roba negli Stati Uniti si va in galera, ma per i nostri Magnifici Sette, è istruttivo che la frode fiscale – per citare una cosa di cui avranno sentito parlare tra un Risiko e un Mercante in Fiera? – debba far parte del gioco? Poi, sviscerato il Monopoli e aggredito il Lego suggerisco ai nostri di mettersi in proprio e di costruire un loro gioco di società, che potrebbero chiamare: “Primarie”. Suggerimenti? Io non sono un esperto, né di giochi di società, né di primarie. Ma si potrebbero pensare a carte del tipo: “sei di destra, non puoi votare” (successo in Maremma), “hai il banco, puoi fare le regole”, “sei un candidato premier, stai fermo un giro”, “sei un candidato segretario, stai fermo un giro”, “stai fermo un giro e basta”. E, ovviamente, non dimenticare mai la casella: “sei un incompetente, vai a casa”, se no l’Ambasciatoe degli Stati Uniti ti scrive una lettera.
Poi secondo me su questa strada si apre un mondo. C’è il Risiko che è guerrafondaio e il Gioco dell’Oca che ha un chiaro doppio senso di tipo sessista. Secondo me c’è materiale per una commissione di inchiesta. Speriamo di ricandidare questa colonna di “indignados de noantri” perché proseguano questa pista di educazione alla cultura finanziaria. Il tutto ovviamente in barba all’università e alla ricerca e alle istituzioni, come Banca d’Italia, che la cultura finanziaria seria cercano si sforzano di diffondere.
PS. Per l’Ambasciatore degli Stati Uniti: CI SCUSI!