Un cortile di Milano visto con gli occhi del portiereOstaggi

Solitamente non scrivo della politica di palazzo, anche se la seguo. Cerco di raccontare piccole storie, illudendomi che quella sia la politica vera. Non posso, però, fingere di vivere in un altro...

Solitamente non scrivo della politica di palazzo, anche se la seguo. Cerco di raccontare piccole storie, illudendomi che quella sia la politica vera. Non posso, però, fingere di vivere in un altro paese e, quindi, un’opinione mi sento di scriverla. Sono stanco, nauseato e anche arrabbiato di sentir parlare, tutti i giorni da vent’anni, dei problemi di Silvio Berlusconi. In primo luogo perché sono problemi suoi e lui deve risolverli, visto che ha tempo e possibilità per farlo. In secondo luogo perché mi sento un suo ostaggio, io come tanti, e non è piacevole. Ultimamente si è passato il segno. Una condanna definitiva per frode fiscale è diventata un golpe. Non so se lui e i suoi accoliti sanno di cosa parlano. Vadano a leggersi quello che è successo in Cile, in Argentina e in tanti altri paesi del Sud America, quando migliaia di oppositori e i loro familiari venivano prelevati dalle case, torturati e uccisi; quelli erano golpe. Bondi, invece, per la decadenza di Berlusconi, minaccia la guerra civile (già me lo vedo il guerrigliero che staziona armato fino ai denti sulle montagne). In confronto a loro anche Bettino Craxi è un campione di moralità. Almeno lui fuggì in Tunisia, anche se confondendo l’esilio con la latitanza, e ci liberò dal “suo” problema. Rimane il fatto che rimaniamo nell’immobilismo più assoluto. E il PDL, dopo aver ritirato i suoi ministri dal governo, minaccia anche le dimissioni di massa. Anche se è un miraggio, vogliamo sperarci, così, finalmente, si tornerebbe a parlare di politica.

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