Così è…se traspare. Storie di finanza e (mancanza di) trasparenzaSaccomanni e le “sette” idee di Brunetta

Seguendo Brunetta nel programma di Lucia Annunziata sento parlare di sette idee per trovare 10,5 miliardi che Brunetta ha presentato a Letta. E sento che Brunetta ce l’ha con Saccomanni perché inve...

Seguendo Brunetta nel programma di Lucia Annunziata sento parlare di sette idee per trovare 10,5 miliardi che Brunetta ha presentato a Letta. E sento che Brunetta ce l’ha con Saccomanni perché invece di rispondere alle sue proposte dà segni di nervosismo minacciando le dimissioni. Confesso che le sette idee mi erano sfuggite. Le ho cercate sulla rete e, a meno che non siano mal riportate, non possiamo stupirci che Saccomanni non abbia risposto. E c’è da stupirsi se invece di minacciare le dimissioni non si sia già dimesso.

Brunetta è un economista, e un professore, non so se glielo avete mai sentito dire. Comunque, oggi l’ha detto. Strano allora che si lamenti del silenzio di Saccomanni sulle sue sette proposte. Un codice non scritto che viene in genere rispettato nei convegni di economisti è che se uno prende una parola e ti dice una cazzata, tu non rispondi. Se te ne dice sette, tu non rispondi sette volte. Dovrebbe invece essere riconoscente a Saccomanni, che non ha fatto finta di niente, e anzi si è innervosito. E se mi sono innervosito anch’io che non devo tirare fuori un miliardo entro la settimana prossima, figuratevi uno che fa il Ministro dell’Economia.

Mettetevi nei panni di Saccomanni. Voi siete lì che non riuscite a pagare i debiti del settore pubblico, vi siete fatti un mazzo tanto per dare soddisfazione a Brunetta sull’IMU, siete a sbattervi come un disperato di quelli che stanno alla stazione chiedendo: “scusa c’hai un miliardo?”. E Renato Brunetta, in arte Pierino, viene e ti dice: ecco come trovare 10,5 miliardi. La prima cosa che ti viene in mente è: ma non potevi dirmelo prima? Ma poi ti dici che Brunetta è un professore e un professore certo non ti passa il compito. Vuole vedere se ci arrivi da solo, con tutto il programma che ha svolto nell’ultimo semestre (da febbraio in poi). E se non rispondi alla domanda di esame, peraltro formulata a maggio: “le coperture ci sono, il ministro le trovi”, lui ti boccia. Pensi così, poi leggi le risposte del professore, e, se sono le stesse che ho visto io, dici: “me ne vado”. Lascio, e che siano cazzi del professore.

Le proposte del professore sono ispirate a un principio di politica di bilancio finissimo. A Firenze abbiamo un modo di dire che ne rende il senso, in lingua volgare: “mangiare l’uovo in culo alla gallina”. Ecco le sette idee a cui nessuno di voi avrebbe mai potuto pensare. Rivalutazione dei cespiti strumentali delle imprese per un aumento di gettito di 1 miliardo e anticipazione delle accise per 1 miliardo e mezzo. Poi si rimandano gli investimenti e si trova 1 altro miliardo. Vendita di beni demaniali e di partecipazioni azionarie per due miliardi. Anticipo dei debiti PA (quelli che già non riesci a pagare), che ti portano 1 miliardo di gettito. E infine, la rivalutazione delle quote in Banca d’Italia, che portano dalle Banche 4 miliardi di gettito. Ecco la soluzione dell’esame scritto.

Purtroppo resta da fare l’esame orale, a Bruxelles. Di fronte a uno scritto così le domande che ci aspetterebbero a Bruxelles sono abbastanza prevedibili. La prima: ma perché anticipare le accise solo di un anno? Perché non pensate in grande e anticipate le accise dei prossimi dieci anni? Perché rimandate gli investimenti se potete semplicemente non farli? E quando avete venduto un miliardo di azioni, come pensate di compensare i mancati dividendi futuri? Perché non vi fate anticipare anche i dividendi, come vi fate anticipare le accise? Tanto l’importante è farsi dare oggi soldi che vi dovranno dare domani, giusto? E’ il sacro principio di “mangiare l’uovo in culo alla gallina”.

Poi ci sarebbero altre domande, altrettanto spiritose. Ricordate che poche settimane fa è venuto da noi Ollio Rehn a farci una lezione sul tema: se continuate a tassare i fattori produttivi, come pensate di “agganciare la ripresa”? Geniale la misura di tassare le imprese per due miliardi e mezzo, quando gli hai appena tolto l’IMU sui capannoni. E’ più di una partita di giro, è una presa di giro. La rivalutazione del capitale Banca d’Italia è invece una cosa più seria, tanto è vero che è già stata istituita una commissione per la valutazione delle quote. Quindi, ci vorrà tempo, e soprattutto: se le banche si troveranno a aumentare il valore del proprio attivo con un tratto di penna, e a fronte di questo dovranno pagare quattro miliardi di tasse, cosa presteranno alle imprese? Un tratto di penna? Questo problema, di come la rivalutazione delle quote possa diventare credito alle imprese, è ancora più serio di quello della valutazione delle quote stesse. E se non viene risolto, i quattro miliardi di imposte in più saranno quattro miliardi di prestiti in meno alle imprese.

Ora, considerata questa prospettiva, mettetevi nei panni di Saccomanni. Vi sentite preso per pirla, e destinato a fare una figura da pirla a Bruxelles, dove Ollio Rehn vi darà di “stupìdo”. Non sarebbe venuta voglia anche a voi di cantare: “vai a Bruxelles, vacci tu! zazzarazzaz, zazzarazzzaz…”

PS. Oggi Brunetta ha detto all’Annunziata che le idee ora sono otto. Direi che sette bastano….

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