“If you are going to San Francisco, be sure you wear flowers in your hair.” Cantava così, nel 1967, Scott McKenzie e certamente a molte persone che ora vivono in California, o ci hanno vissuto, o semplicemente ci sono state di passaggio, qualcuno avrà dedicato questa canzone. Un inno alla libertà per chi, negli anni Sessanta, raggiungeva la fog city, ma anche un modo per indicare la semplicità delle persone che s’incontravano lungo le strade della baia.Oggi, di quella città, rimangono sicuramente la gentilezza e la cordialità della sua gente e, non a caso, chiunque arrivi qui rimane stregato dal sorriso dei californiani. Ma San Francisco oggi non ha più, o forse non del tutto, il fascino della città dei figli di fiori. Quell’atmosfera ha lasciato spazio a un altro stile di vita che, pur ispirandosi ancora alla voglia di modernità e di avanguardia, è comunque molto più sofisticato.San Francisco è oggi una delle poche città industriali del XXI secolo ad aver completato la transizione verso un’economia post-industriale. Imprenditori, ingegneri, creative businessmen: la maggior parte dei lavoratori della vecchia industria ha lasciato la città, a vantaggio di questi nuovi talenti. Si parla di aziende come Google, Facebook, Yahoo, ma anche di altre che, nate come startup, hanno trovato finanziamenti per diventare grandi e dare lavoro a migliaia di giovani di tutto il mondo.A questo si aggiunge la bellezza urbanistica della città: in molti considerano San Francisco la città più europea d’America, grazie all’influenza storica di chi è emigrato decenni fa e anche grazie a chi ha trovato nell’arte il proprio modo di esprimersi. Inoltre la città, a differenza di altri centri urbanistici come Miami, Los Angeles o San Diego, ha una dimensione più umana, un paradiso dove è facile camminare e andare in bici.Un quadro perfetto se non fosse che qualcosa, da 4-5 anni a questa parte, non sembra più magico come una volta. Le aziende dell’high tech garantiscono ai dipendenti tra gli 80mila e i 150mila dollari l’anno, attirando sempre più laureati e professionisti da tutto il mondo. Il che significa che non c’è (quasi) più posto per tutti. Esagerazione? Non proprio. La città ha osservato per anni il cosiddetto regime “down-zone”, ovvero un sistema che prevede di mantenere un numero di nuove abitazioni per zona molto basso. San Francisco ha prodotto la media di 1500 nuove case all’anno in due decenni, la metà rispetto a Seattle (che ha una popolazione molto più piccola). Il che significa che, mentre la capitale dello Stato di Washington vuole mantenere alta la densità, San Francisco ha deciso di spingere i suoi abitanti a trasferirsi fuori città.Stesso numero di case, piu’ persone. E quale può essere la conseguenza di questa scelta se non l’aumento sproporzionato dei prezzi degli affitti? Nulla sembra poter fermare questo trend, neanche il boom di nuove costruzioni che è cominciato nel 2012, quando sono state costruite 4,220 unità, a fronte delle 269 del 2011. La legge locale prevede che una certa quantità di queste abitazioni sia venduta “sottocosto”, tuttavia – considerando l’andamento dei prezzi e il sussidio del governo per costruirle (250mila dollari per unità) – comprare casa in città rimane proibitivo. Per costruire 10mila case, il governo dovrebbe spendere 2,5 miliardi di dollari, per 100mila case, circa 25 miliardi.Questo costringe molte persone a spostarsi nelle aree limitrofe. Ma San Francisco non è New York, Cupertino non è raggiungibile a piedi o in venti minuti di subway come Brooklyn, quindi vivere nella Silicon Valley o nella North Bay non è vivere a San Francisco. In città l’affitto di una casa con due stanze si aggira attorno ai 4mila dollari e molte famiglie sono costrette oggi a spostarsi nelle zone vicine. Questo nuovo trend ha fatto di San Francisco la città dalla doppia faccia: quella con la percentuale più bassa di popolazione sotto i 18 anni di tutta America e, allo stesso tempo, quella del più alto numero di pendolari. Gli shuttle delle aziende trasportano infatti 14mila giovani al giorno nella South Bay. Questi lavoratori fanno oggi la fortuna non solo di chi affitta il proprio appartamento, ma anche dei supermercati, dei parrucchieri, dei ristoratori, di palestre e di chiunque abbia a che fare con chi contribuisce a portare avanti l’economia della California e abbia reso questa parte d’America molto costosa e non così accessibile come si potrebbe pensare.
30 Ottobre 2013