’O pernacchioCavolfiori, forti come un fusto industriale

Tavolata lunga, avvocati da una parte e dall'altra; c'è lei, la nostra eroina, che parla spigliata, senza problemi. La controparte la guarda in parte ammirata ed in parte a disagio: chi è questa do...

Tavolata lunga, avvocati da una parte e dall’altra; c’è lei, la nostra eroina, che parla spigliata, senza problemi. La controparte la guarda in parte ammirata ed in parte a disagio: chi è questa donna e soprattutto: che cosa vuole da noi? Passano i minuti, lei si zittisce. Nessuno dice niente. I sentimenti non fanno parte delle transizioni, specie tra avvocati. Allora un’altra donna, stavolta dell’altra parte del tavolo, s’allunga per un bicchiere d’acqua, se lo porta alle labbra e sta per bere quando lei, sempre la nostra eroina, interviene. «Arriva direttamente da Hinkley. L’abbiamo fatta portare qui per voi». Silenzio di tomba, ancora più assoluto di prima. La faccia dei presenti, da una parte e dall’altra, la dice chiara su cosa è appena successo: scacco matto.

Il film, se lo conoscete, è Erin Brockovich – Forte come la verità. Prova da Premio Oscar per Julia Roberts, regia di Steven Soderbergh e trama fedele – quel che basta – alla storia di una delle attiviste ambientali più famose di sempre, la Brockovich appunto, oggi presidente della Brockovich Research & Consulting. La storia è ambientata in California, anni ’90, nella cittadina di Hinkley: le falde acquifere sono state avvelenate dalla Pacific Gas & Eletric con il cromo esavalente, causa scatenante di tumori e patologie mortali. La Brockovich/Roberts sfida gli avvocati del colosso dell’energia invitandoli a bere quella stessa acqua. Il momento è significativo. Come ho già detto: scacco matto.

Cavolfiori.

Ora immaginatevi la stessa, identica cosa in Italia. Più precisamente nel napoletano. Ci si siede attorno ad un tavolo: da una parte ci sono i cittadini e dall’altra i “controllori”, commissari, burocrati e – si spera – scienziati. Gli ultimi hanno appena analizzato il cibo e hanno detto, forti della stessa forza dell’uomo del Monte, che no, non è contaminato. Gli altri hanno accettato in silenzio e hanno aspettato, quindi la mossa: cavoli puliti ed impiattati, pronti per essere mangiati. E mentre uno degli altri piglia la forchetta e sta per mangiarli, viene annunciato: l’abbiamo presi da là, dallo stesso quadratino di terreno che avete detto essere sano. E poi si sta a vedere come reagiscono: potrebbe essere l’inizio per un nuovo film, Cavolfiori – forti come un fusto industriale.

Twitter: @jan_novantuno

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