Lo scorso giugno, passeggiando per Napoli, sono arrivato fino allo splendido Orto Botanico. Non c’ero mai entrato. E l’occasione era preziosa: una festa del teatro dedicata, come si dice, a grandi e piccini. Uno spettacolo “itinerante” che avrebbe attraversato quella meraviglia verde nel cuore della città.
Quello che si chiamava “teatro ragazzi”, in Italia, è una ricchezza. Di strutture, innanzi tutto, dal momento che, grazie alle storiche battaglie di alcuni, i gruppi che negli anni Settanta hanno cominciato a dedicarsi al teatro per un pubblico bambino sono riusciti, da Nord a Sud, a creare delle vere e proprie “stabilità” teatrali. Spazi, insomma, interamente dediti a spettacoli destinati a quegli spettatori inesorabili, esigenti e partecipi, che sono i bambini. Ma la ricchezza è anche “creativa”: l’Italia ha espresso eccellenze, nel settore; ha stimolato nuove ricerche e nuove sensibilità. E se pure nel “teatro ragazzi” il dibattito non è mai domo, e non si negano evidenti criticità o difficoltà, il fatto che i nostri figli possano godere di un teatro per loro pensato e per loro fatto professionalmente è una realtà bellissima.
Entrare in un teatro durante una di quelle matinée per bimbi è divertente: arrivano con i loro autobus, scendono in fila. Per un adulto che capita a vedere questi spettacoli si tratta di un’esperienza magnifica, leggera e commovente: non può non provare una commozione profonda, un’emozione che nasce non solo dall’assistere alle reazioni spontanee, non mediate, dello spettatore bambino; ma anche, e forse soprattutto, dalla capacità di certi spettacoli di affondare sapientemente negli archetipi dell’infanzia (e dunque dell’adultità), di toccare temi aspri, veri, vivi. Magari attingendo all’immaginario collettivo di fiabe o di narrazioni note, oppure elaborando racconti nuovi in grado di confrontarsi con le contraddizioni del presente.
E mentre vediamo sgomenti un teatro di ricerca che fa del bambino un attore di tendenza, di qua – nel teatro ragazzi, dove pure tentano un faticoso ricambio generazionale e cercano nuovi linguaggi – si confrontano con bambini spettatori sempre più esigenti. Loro, i bimbi, per nulla sciocchi, seguono attenti, partecipano, entrano “in fabula” con dedizione.
Allora, ad esempio, all’Orto Botanico di Napoli, un gruppo nutrito di bambini (e molti genitori) si sono lasciati sereni condurre attraverso un sublime percorso: inseguivano l’Alice, che l’Associazione I Teatrini – con l’Università agli Studi “Federico II”, per la direzione di Giovanna Facciolo e la millimetrica organizzazione di Luigi Marsano – ha saputo dipanare in un racconto a stazioni, tra alberi secolari e stranissime piante esotiche.
Io, in mezzo a loro, divertito, mi incantavo per soluzioni sceniche brillanti, mi perdevo tra i rami e canneti, inseguendo Alice e il Bianconiglio. La cosa curiosa di questa Alice botanica è che tutto si tiene, e la passeggiata “ecologica”, destinata a far scoprire un luogo monumentale di Napoli, si volge in un set straordinario.
Come Alice…, questo il titolo, con Adele Amato de Serpis, Cristina Messere, Monica Costigliola, Valentina Carbonara e con le belle maschere, figure e costumi di Rosellina Leone e Francesca Caracciolo rientra anche in un progetto più ampio che la compagnia ha voluto proporre anche per questo autunno, fino a domenica 17 novembre, ogni weekend. “Favole della saggezza” è il titolo dell’edizione 2013, e comprende ben otto titoli, di una rassegna che ha raggiunto il diciottesimo anno di vita: “Abbiamo iniziato con un nuovo allestimento – sottolinea la regista e curatrice Giovanna Facciolo – intitolato proprio “Le favole della saggezza” dedicato ad Esopo, Fedro e La Fontaine per festeggiare adeguatamente i diciotto anni della nostra rassegna”.
Apertura lo scorso settembre proprio con Le favole della saggezza dedicato alle più famose favole di animali parlanti che dall’antichità hanno attraversato i secoli e le civiltà come, ad esempio, La volpe e l’uva, Il Lupo e l’Agnello, La Cicala e la Formica. Poi, in cartellone, mille proposte: da Il popolo del bosco, a Come Alice… E ancora Nel regno di Oz da Lyman Frank Baum; Gli alberi di Pinocchio da Collodi; Il Magico Pifferaio (26 e 27 ottobre, ore 11) dai Fratelli Grimm, E infine, a chiudere la programmazione delle “Favole della saggezza”, lo spettacolo Con le ali di Peter da J.M. Barrie. Se vi capita, andate a fare una passeggiata all’Orto Botanico. Non è male, tornare bambini e giocare alle fiabe.