L’errore in rassegnaNomi collettivi, piuttosto usate dei sinonimi!

Trovo abbastanza fastidioso leggere errori di ortografia sui quotidiani. Primo, perché si suppone che un giornalista conosca bene l’italiano. Secondo, perché si suppone che un giornalista sia pagat...

Trovo abbastanza fastidioso leggere errori di ortografia sui quotidiani. Primo, perché si suppone che un giornalista conosca bene l’italiano. Secondo, perché si suppone che un giornalista sia pagato per scrivere in italiano corretto. Terzo, perché si suppone che un giornalista abbia a disposizione tutti gli strumenti per non commettere errori. L’errore più comune, quello più ricorrente, quello commesso dalla maggior parte dei giornalisti è un tipo di errore che, personalmente, mi irrita più degli altri: il verbo plurale dopo il nome collettivo. Capita spesso, nel giornalismo, di dover seguire manifestazioni di protesta. Capita altrettanto spesso, sul quotidiano, di leggere che “un gruppo di persone hanno bloccato la strada in segno di protesta”. Terribile. Lo dice anche il mio correttore automatico di word che sottolinea il verbo, segnalandolo come non corretto. Gruppo, infatti, così come altri nomi che indicano un insieme di persone, di animali o di cose, è un nome collettivo. I nomi collettivi sono quei nomi che, pur essendo utilizzati al singolare, indicano più persone, animali o cose. E proprio perché utilizzati al singolare chiedono che anche il verbo sia coniugato alla terza persona singolare. Sbagliato, dunque, farsi distrarre dalla specificazione che segue il nome collettivo che, ovviamente, è al plurale. E, allora, mi rivolgo agli abbonati a questo tipo di errore: se proprio non riuscite a ricordare una regoletta delle elementari, per favore, usate un sinonimo che regga (per pace vostra) il verbo al plurale.

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