Cari lettori,
con questo post vorrei solo presentarmi a voi e spiegarvi in breve come mai ho deciso di aprire un blog qui su “linkiesta”.
Come recita la mia biografia sono un biotecnologo amante di scienza, divulgazione (e non solo).Un biotecnologo, a dir la verità, anche un po’ arrabbiato.
E di motivi ce ne sarebbero davvero molti.
Ma non vi parlerò di politica. O meglio, non strettamente quella di Berlusconi, Grillo e compagnia. Né parlano già tanti e tanto, forse troppo.
Mi interessa, piuttosto, spiegare il rapporto, difficile e a volte quasi impossibile, tra scienza e politica. Un rapporto che raramente é basato sul dialogo, dal momento che le decisioni politiche su temi scientifici facilmente non considerano l’opinione degli addetti ai lavori, mentre, al contrario, gli scienziati, volenti o nolenti, non possono che stare alle regole dei politici.
Su questo filone, dunque, si intrecciano i problemi di una classe politica che è sempre alla ricerca di voti facili e non é interessata ad avere un popolo informato; ma anche di un popolo che preferisce vivere dei propri pregiudizi e decide di affidarsi al “far west” di internet per farsi un’opinione sui temi scientifici, piuttosto che affrontare gli argomenti con razionalità e spirito critico.
In tutto questo i ricercatori sembrano essere un pesce fuor d’acqua: difesi da tutti (politici e cittadini) quando c’è da impugnare una bandiera o una frase fatta sulla loro importanza, ma mai realmente considerati quando si deve lottare al loro fianco, e difendere nel concreto il loro operato e le loro idee, spesso controcorrenti rispetto alle paure del cittadino medio.
E i media?
Già, i media purtroppo sono complici. O quanto meno ciechi.
Potremmo stare ore a parlare della libertà d’informazione in Italia in generale, ma basta pensare a quanto e soprattutto come si parli su giornali e televisione di scienza per rendersi conto di quanto il problema sia grave.
E’ fuori di dubbio che la disinformazione scientifica dipenda dal lavoro spesso mediocre dei giornalisti: a volte é la necessità di avere una notizia veloce e interessante, a volte é la linea editoriale imposta e a volte é proprio l’incapacità e incompentenza. Ma non dimentichiamo le responsabilità degli scienziati in questi decenni spesso poco propensi al dialogo e facilmente inefficaci (o controproducenti) quando parlano al grande pubblico.
Dunque?
Dunque è venuto il momento di aprirsi: parlare, scrivere, intervenire…in altre parole, agire. Per questo ho deciso di aprire questo blog.
Per troppo tempo ricercatori, professori e studenti universitari hanno lamentato la mancanza di cultura scientifica in Italia e troppe volte non hanno mai fatto nulla per cambiarla aspettando che fossero altri a farlo per loro.
L’ovvia conseguenza é che vengono considerate “esperte” persone prive di conoscenze, perché molto attive (in particolare sul web) e che sono queste persone, a loro volta, a “informare” i cittadini e dunque i politici sulla scienza (e non solo).
Abbiamo bisogno di parlare di scienza, di discutere sui temi scottanti, ma soprattutto abbiamo bisogno di parlarne in maniera sensata e non sensazionalistica. Perchè i temi scientifici non sono questioni barbose che interessano a qualche nerd rinchiuso nella propria stanza. Sono quelli che influenzano le politiche di un Paese e, dunque, il suo futuro e quello dei suoi abitanti.
E qualcosa pian piano si sta effettivamente muovendo
L’ 8 Giugno scorso si è tenuto, ad esempio, l’evento nazionale “Italia unita per la corretta informazione scientifica” che ha visto la partecipazione di sedici città e molti esperti dei vari settori scientifici. Tutto questo organizzato in pochissimo tempo, perlopiù da ragazzi e a budget zero. In seguito è stato creato il gruppo Italia Unita Per La Scienza ed è stata fondata l’associazione Minerva.
Sono solo un piccolo passo e tanto ancora c’é da fare, ma ogni meta si raggiunge a forza di passi. E ognuno di noi può farne uno.
Federico Baglioni
@FedeBaglioni88