Le cattive notizie, si sa, non arrivano mai sole.
Così, ad appena 24 ore dall’aumento Iva che porta l’Italia tra i paesi con un’iva più alta al mondo – ma consoliamoci in Ungheria l’Iva è al 27% – e l’aumento della benzina di 1,5 cent, l’Istat ha diffuso i dati sulla disoccupazione giovanile nel nostro paese facendo emergerge un quadro allarmante.
La disoccupazione giovanile nel nostro paese (tra i 15 e 24 anni) ha superato la soglia del 40% aumentando del 5,5% rispetto allo scorso anno. Il quadro è ancor più preoccupante se si pensa che ad aumentare è stata non solo la disoccupazione giovanile ma anche quella complessiva. Nell’eurozona il tasso medio è del 23,7% con la Spagna fanalino di coda (56%). Il diravio del nostro paese con Austria (8,6%) e Germania (7,7%) è impressionante.
I dati arrivano durante il clic day la giornata voluta dal governo Letta in cui le aziende potranno prenotare gli incentivi per assumere under 30.
L’idea di incentivare chi assume giovani è di per sé giusta e necessaria, peccato che il decreto del governo preveda un provvedimento a dir poco assurdo.
I fondi, 794 milioni di euro dedicati prevalentemente alle regioni del sud, saranno erogati alle aziende che assumono giovani in queste condizioni: privi di un impiego retribuito da almeno sei mesi, che vivono soli o con una o più persone a carico e privi di un diploma di scuola media superiore o professionale.
In parole povere si premiano i giovani che non hanno ottenuto un diploma. Sappiamo tutti lo scarso valore di un titolo di studio nel nostro paese ma il cambiamento di un sistema e di una società come quella italiana che, è evidente, non funziona, deve partire proprio dalla scuola e dall’università.
Premiando chi ha abbandonato gli studi, quando ci sono milioni di giovani italiani con un diploma e una laurea senza lavoro, si trasmette un messaggio sbagliato e destabilizzante.
Invece che premiare il merito e il sacrificio, si preferiscono altre strade che rischiano di aggravare una situazione già di per sé complessa.
All’indomani dell’approvazione del decreto avvenuta qualche mese fa, ho letto la storia di un padre che, in una città del sud Italia, si era recato dai professori del figlio per chiederne la bocciatura all’esame di maturità altrimenti non avrebbe trovato lavoro.
Le risorse e i fondi pubblici nel nostro paese ci sono in quantità ingenti. La strada da seguire non è quella di aumentare gli investimenti da parte dello stato – ciò porterebbe solo all’ennessimo incremento della pressione fiscale – ma ottimizzare la spesa pubblica tagliando gli sprechi e investendo le risorse nei settori strategici.
Il ruolo primario del governo dovrebbe essere quello di dare segnali forti e precisi al paese in un momento di crisi incentivando l’occupazione giovanile ma con criteri chiari, trasparenti che favoriscano il merito e il valore, solo così potremo raggiungere risultati concreti e far ripartire il paese.
Francesco Giubilei
@francescogiub
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I GIOVANI OLTRE LA CRISI: idee, proposte, nuove professioni.
Se ne parlerà venerdì 11 ottrobre alle ore 21 a Roma al Bar Orchidea in Corso Vittorio Emanuele 2 nell’ambito dell’iniziativa “Leggere è rock”.
Stiamo vivendo un periodo di grande crisi non solo economica ma anche culturale di cui pagheranno le conseguenze soprattutto le nuove generazioni nei prossimi anni. Quali sono le idee, le proposte nate dai giovani per i giovani? Quali le nuove professioni da intraprendere per cercare di superare questo momento storico?
Relatori:
Francesco Giubilei direttore editoriale Historica Edizioni
Daniele Dell’orco direttore editoriale Scrivendo Volo
Sebastiano Caputo direttore L’Intellettuale Dissidente
Gabriel Frasca, già Consigliere di facoltà Giurisprudenza; neo-eletto in seno al Consiglio degli Studenti Roma Tre University
Francesca Bianchini redattrice Ciao Cinema