«Grazie a un amore vero tra i miei genitori ho cominciato a crescere in una famiglia con certi valori». Inizia con queste parole la conferenza stampa di Laura Pausini, che ha presentato oggi pomeriggio alla stampa il suo ultimo lavoro, 20 The Greatest Hits, un doppio CD che contiene alcune tra le sue canzoni più importanti. Questa grande ed ambiziosa opera è molto più di una semplice raccolta di successi internazionali: è il racconto di venti anni di carriera e, quindi, di venti anni di vita. È il racconto di una bambina che, a otto anni, aveva già chiaro cosa avrebbe voluto fare per tutto il resto della sua vita: cantare. «Il mio sogno era diventare una cantante di pianobar», racconta, «il giorno del mio ottavo compleanno mio babbo mi regalò una bambola, ma non la volevo: desideravo un microfono».
È questo l’esordio pubblico di Laura, episodio raccontato anche nel videoclip di uno dei tre inediti presenti nel disco, Se non te. Raccontando la sua “gavetta”, Laura si commuove: «e pensare che, dopo essere arrivata ultima al Festival di Castrocaro, avevo deciso di continuare a fare solamente pianobar, e mai più concorsi musicali». Ma la vita, e il destino, avevano in serbo qualcos’altro per lei. Non qualcosa di migliore, ma di radicale: la musica la chiedeva tutta a sé. Come ha intuito quando, durante quella lezione di disegno dal vero a scuola, arrivò la chiamata del padre: «Andiamo a Sanremo!». Da lì, la storia è conosciuta a tutti.
In questo importante anniversario, Laura confessa di aver deciso personalmente di fare un Greatest Hits: «Avevo previsto un elenco infinito di canzoni, sarebbero risultati minimo quattro CD!». Poi la scelta delle più importanti, per la propria crescita personale e musicale, con un’attenzione particolare ai duetti con artisti molte volte così differenti da lei, come la canzone inedita uscita poche settimane fa, Limpido, cantata con Kylie Minogue: «Negli anni ho scoperto che le cose diverse da me, hanno qualcosa da insegnarmi. È per quello che ho scelto di chiedere a Kylie di cantare insieme; lei è stata molto attenta alle parole della canzone… Come me voleva che passasse un messaggio». E lo scopo di questa canzone (“inno alla chiarezza”) è evidente: «Il motivo per cui sono innamoratissima di questa canzone è il fatto che invoglia le persone ad essere loro stesse».
Tra le altre canzoni, la nuova Se non te. «L’amore ti sfonda la porta di casa, l’amore non si sceglie», spiega commuovendosi. «Oggi è difficile vivere un solo amore per sempre, ma c’è chi ci riesce. E questo amore va cantato». E, in questo, l’esempio dei suoi genitori è per lei fondamentale, anzi, detta con le sue parole, «è tanta roba». Ma in questi anni, la canzone che non può mai mancare, dalla Svezia al Sud America è La Solitudine, presentata in questo album con la collaborazione di Ennio Morricone: «Volevo farmi un regalo e gli ho chiesto se gli andava di farla sua. L’ho chiamato e mi ha risposto “Mi chiami domattina alle 6/6.30”». In poche ore, il rapporto diventa sempre più stretto, quasi come quello tra amici. «Abbiamo registrato tra Roma e Praga, è una persona estremamente umile e, se lo conosci, lo apprezzi ancora di più».
La stessa solitudine è diventata per lei qualcosa di più personale e meno spaventoso, come spiega raccontando dell’inedito Dove resto solo io : «Siamo in mezzo a mille persone ma rimaniamo da soli. Questa è per me una solitudine bellissima, romantica, complice. È come avere una casa senza pareti. Che è la nostra casa». Nella sua solitudine «entra tantissima luce».
Una Laura Pausini convinta che tutto stia andando per il verso giusto, come le testimonia la nascita della figlia Paola e, di conseguenza, una nuova responsabilità personale e sociale. «Sono nata per vedere cosa succede nella mia vita: sono accaduti tantissimi eventi e coincidenze bellissime. Devo solamente ringraziare Dio per questo». E, come auspicio per le prossime esperienze umane ed artistiche, racconta: «Vorrei solo dire “grazie”. Sono una persona felice e farò in modo che tutte le cattiverie che arrivano addosso a noi non diventino mai un ostacolo per me».
Ora, ascoltiamo questa nuova consapevolezza. È per tutti noi.
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